Sconcerti, Astori e il ciclismo
Sconcerti, Astori e il ciclismo, la lettera del giornalista
Sconcerti, Astori e il ciclismo, la lettera aperta del giornalista dopo una presunta infelice uscita durante la puntata di Novantesimo Minuto di domenica
Sconcerti, Astori e il ciclismo, tre soggetti apparentemente distanti ma che sono state al centro della discussione nella giornata di ieri. Parliamo naturalmente della tragica scomparsa di Davide Astori, trentuenne capitano della Davide Astori che ha giocato anche per la nazionale italiana. Astori si trovava in ritiro con la Fiorentina in quel di Udine e domenica mattina non è sceso per la consueta colazione collettiva. Insospettiti dal ritardo (inusuale per una persona sempre attenta) ha insospettito colleghi e staff della formazione gigliata che, saliti nella camera del povero Davide, non hanno potuto far altro che constatare la tragedia.
Secondo quanto riportato quest’oggi da La Gazzetta dello Sport per la morte del giovane atleta si indaga per omicidio colposo, probabilmente un atto dovuto visto la giovane età del ragazzo e la situazione particolari in cui è avvenuto il decesso (in ritiro pre-partita con la formazione toscana). “È un dovere accertare se la morte di Astori è avvenuta per tragica fatalità o se qualcuno avrebbe dovuto percepire qualcosa”, ha detto il procuratore capo di Udine De Nicolo.
Simili tragedie toccano trasversalmente il mondo dello sport. La solidarietà è infatti arrivata da tutte le arene sportive italiana e non solo. Toccante è stato il minuto di silenzio al Camp Nou nel pre-partita del big-match tra Barcellona e Atletico Madrid.
Messaggi di cordoglio sono arrivati da tantissimi calciatori e da tantissimi atleti o semplici appassionati di sport via social network come Facebook e Twitter. Lo stesso Presidente Di Rocco ha voluto portare il suo messaggio di cordoglio della Federciclismo, toccata qualche mese fa dalla tragedia di Michele Scarponi che ha lasciato una ferita equiparabile a quella del povero Astori.
Tra i tanti pareri sulla triste vicenda, un intervento di Mario Sconcerti durante la domenicale puntata di Novantesimo Minuto, avrebbe urtato la sensibilità degli amanti del ciclismo, ragion per cui pubblichiamo una lettera del giornalista del Corriere della Sera destinata proprio a Di Rocco:
“Caro Presidente,
amici comuni mi dicono che durante Novantesimo minuto di ieri avrei offeso la memoria del ciclismo quando parlando della morte di Davide Astori avrei detto che non era una morte da ciclismo. Ricordo di aver usato questa specie di paragone, ma non con un intento offensivo. Né vedo perché avrei dovuto farlo. Tu sai l’amore che porto a uno sport che ha contribuito tanto alla mia storia professionale. E dove ancora oggi ho tanti amici e ricordi. La differenza che intendevo è che Astori è morto a letto, nel sonno, non aveva fatto i durissimi sforzi atletici che si fanno nel ciclismo e che a volte hanno portato a incidenti gravi. Non volevo certo fare una gerarchia della morte nello sport. Né offendere qualcuno, non sarebbe stata nemmeno la trasmissione giusta per farlo. Né mi va mai di offendere qualcuno in generale. Se non mi sono fatto capire mi dispiace, è colpa mia. Ma non mi ritrovo in qualcosa che mi mette contro un mondo che è stato e resta una parte importante di me. A presto e con l’affetto di sempre,
Mario Sconcerti