Pinarello, pubblicità sessista? Probabilmente no!
Pinarello, pubblicità sessista? Troppa polemica per nulla!
Pinarello: scoppia un caso sui social per una pubblicità diffusa dalla azienda negli Stati Uniti.

Pinarello, marchio storico del ciclismo mondiale, uno dei produttori più noti al mondo che fornisce le biciclette al Team Sky di Chris Froome (le Pinarello F10 Dogma) è stato al centro di una furibonda polemica dopo che, in America, era stata diffusa una pubblicità che in molti utenti del web hanno definito sessista. La casa costruttrice è stata addirittura costretta a ritirare la pubblicità dal mercato. La pubblicità che ha fatto insorgere tante persone oltre oceano è quella della Nytro, rivoluzionaria e-bike della casa trevigiana.
Pinarello: la pubblicità dello “scandalo”
Vediamo nel dettaglio cosa ha scatenato il polverone. Lo slogan per promuovere “una bicicletta che permette cose altrimenti impossibili” forse non è stato dei più azzeccati in quanto viene presentata la 24enne Emma, volto scelto per la campagna, che dice: “Ho sempre desiderato pedalare assieme al mio fidanzato, ma si trattava per me di una impresa praticamente impossibile. Ora grazie alla Nytro tutti diventerà possibile”.
Ed ecco scoppiare lo “scandalo”: accuse di sessismo e maschilismo per la pubblicità rea di sottolineare la diversità di prestazioni sportive tra uomini e donne il tutto a vantaggio del maschio che può essere seguito dalla fidanzata solo perché utilizza una bicicletta a pedalata assistita.
Pinarello ha dovuto cancellare da ogni profilo social la pubblicità e ha dovuto scusarsi con il pubblico americano consapevole però che in Europa la medesima pubblicità non ha sollevato nemmeno un granello di polvere
Pinarello: sessismo? Quasi certamente no!
Naturalmente nel mondo del ciclismo ci sono donne fortissime che garantiscono prestazioni davvero notevoli ma è noto che per via di differenze fisiche (e assolutamente non culturali) e naturali le prestazioni sono sicuramente diverse. Infatti, è evidente che non ha alcun senso far competere uomini e donne in una stessa corsa se non nelle categorie giovanili.
E’ corretto sostenere le donne nello sport e il nostro sito è in prima fila nel dare notizie delle corse e voce alle ragazze che pedalano (nella sezione Interviste sono più le donne che gli uomini che abbiamo intervistato) e forse creare questi presunti “scandali” non aiuta l’integrazione ma amplifica polemiche sterili.
Pinarello: parla Alessandra Cappellotto
Alessandra Cappellotto, vice presidente dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani, si è espressa sulla questione: “capisco che tante donne che si danno da fare a pedalare a tutta si possano sentire denigrate, ma non ingigantirei la questione perché si tende a vedere sessismo dove non ce n’è”.
Un modo reale per garantire la parità dei sessi non è ritirare un pubblicità ma dare eguale spazio in TV e sui media allo sport femminile (le nostre donne ottengono spesso risultati superiori a quelli degli uomini) o, come sostiene la Cappellotto “far avere uno stipendio minimo alle cicliste professioniste così come è già per gli uomini”.