Peter Sagan: Non sono finito!

Peter Sagan (foto profilo Twitter)

Peter Sagan (foto profilo Twitter)

Peter Sagan e il bicchiere mezzo pieno

Peter Sagan ha chiuso la sua stagione 2020 al Giro d’Italia ed ha voluto sottolineare che non medita il ritiro e che pur avendo vinto una sola corsa non si sente assolutamente deluso

 

Peter Sagan è uno di quei fenomeni che passano una volta ogni 50 anni, che lo amiate o lo odiate nulla si piò dire sul suo appeal mediatico che gli vale l’ingaggio più alto di tutto il World Tour. Come ben raccontato nel libro “Generazione Peter Sagan“, lo slovacco conosce perfettamente il suo valore e corre libero. Libero di inventare e anche libero di non vincere in volata decidendo di prendersi l’unico successo del 2020 andando all’attacco nella decima frazione del Giro dopo le delusioni degli sprint dominati da Démare.

Non è stato un anno ricco di soddisfazioni con l’ottava maglia verde del Tour che gli è stata strappata da Sam Bennett e con tanti piazzamenti alle spalle di velocisti come Caleb Ewan, Bennett e lo stesso Wout van Aert. Facile per molti “bollare” Sagan come “bollito, ma questa è una visione di parte, non certo la parte di “Peto”.

“Quando vinci molto le aspettative della gente salgono ma dobbiamo ricordare che spesso tra il vincere e il perdere c’è meno di un centimetro. Certo la gente ricorda il nome di chi ha vinto ma io continuo a fare il mio meglio, senza badare a cosa dice la gente”

ha spiegato lo slovacco a La Gazzetta dello Sport analizzando la sua prima esperienza al Giro d’Italia e osservando, il bicchiere mezzo pieno

 

“Non avevo una vittoria di tappa al Giro nel mio palmares ed ora ce l’ho e ne sono fiero. Ho vinto in un modo che mi riempie di orgoglio, soffreddo, lottando e attaccando. Credo che la gente possa apprezzare come ho vinto e questo per me vale molto, certo non vale un Mondiale ma nel mio cuore la vittoria alla corsa rosa ha un posto nel cuore”.

La scelta di essere al via della corsa rosa, dopo aver preso parte al Tour ha voluto dire sacrificare, vista la riprogrammazione imposta dal covid19, le Classiche (cosa che pochi hanno fatto) ma Peter non è minimamente pentito della scelta fatta.

Sagan ha trascorso la primavera a Monaco allenandosi (non senza sofferenza) sui rulli e trascorrendo molto tempo con il piccolo Marlon Sagan:

“Non è stato facile per nessuno prepararsi per la stagione dopo il blocco per il covid, probabilmente chi ha potuto allenarsi all’aperto ha avuto un vantaggio rispetto a chi è rimasto a casa e si è dovuto accontentare dei rulli e della palestra ma poi c’è stato modo di riprogrammare la ripartenza della stagione anzi, ho fatto più ritiri nel 2020 che in una stagione normale”

 

Ma Peter Sagan sta invecchiando?

“Nessuno è più lo stesso di dieci anni fa, vale per le persone normali e anche per chi va in bicicletta, sono contento che i tifosi apprezzino il mio modo di essere e di correre. Non penso che ogni stagione diventi più difficile vincere ma semplicemente che ogni anno è diverso. Se dovessi, per esempio, vincere 20 corse l’anno prossimo sono sicuro che la gente dirà: ecco è tornato Sagan! Ma io sono qui sempre e per quanto mi riguarda non ho ancora finito di vincere”.