Nibali cade e si ritira: frattura di una vertebra
Nibali cade per colpa di una moto e si frattura una vertebra
Nibali cade durante la salita all’Alpe d’Huez per colpa di una moto, termina la gara ma gli esami rivelano una frattura che lo costringe al ritiro dal Tour de France
Nibali cade colpito da una motocicletta dell’organizzazione. Nibali soffre, si rialza, recupera terreno su tutti, taglia il traguardo limitando i danni ma, trasportato in ospedale, è costretto al ritiro.
La notizia che non avremmo mai voluto dare! Vincenzo non solo ha pagato la caduta con secondi perduti ma deve dire addio alla corsa francese. Gli esami svolti presso l’Ospedale di Grenoble hanno purtroppo confermano la prima diagnosi dopo la caduta provocata da una moto ai -4 km.
L’incidente che ha quindi compromesso non suo il grande pomeriggio del siciliano ma e ha messo fine al suo Tour de France: e ci auguriamo non vada a compromettere l’avvicinamento al Mondiale di Innsbruck.
Il’corridore siciliano ha riportato una frattura alla decima vertebra toracica, la conferma è arrivata dalla Bahrain Merida, in un comunicato:
“Domattina Vincenzo tornerà in Italia dove, nei prossimi giorni, si sottoporrà ad ulteriori esami clinici”.
Lo stesso Vincenzo sul suo profilo Facebook ha voluto informare i fans: “Ciao Ragazzi sono di ritorno in hotel, purtroppo l’esito del referto medico non è buono, mi è stata confermata la frattura alla vertebra, domani tornerò a casa per un periodo di recupero. Grazie per tutto il vostro affetto dimostrato nei miei confronti! Alla prossima👍🏻”
Nibali cade per colpa di una moto o dell’organizzazione?
Non vogliamo fare polemica, non vogliamo perché sarebbe poi facile dire che polemizziamo solo perché a dover lasciare la corsa è il nostro Vincenzo Nibali. Non facciamo polemica ma è un dato di fatto che la tanto promossa organizzazione del Tour da un po’ di anni sta commettendo molti errori. Ci ricordiamo tutto l’incredibile accadimento al Tour de France del 2013 quando sul traguardo di Bastia (in Corsica) il bus della Orica GreenEdge viene fatto transitare sul traguardo e s’incastra letteralmente sotto l’arco dell’arrivo.
Lo scorso anno una motocicletta ha perso dell’olio sul tracciato della prova a cronometro di Dusselfort e nessuno ha proceduto a pulire, risultato? Terribili cadute e Valverde che quasi si ammazza e deve salutare la Grande Boucle.
Nel 2016 a rischiare grosso per colpa del Caos in corsa è Froome che cade (assieme a Porte) rompe la bici e causa “ingorgo” non riesce ad avere un cambio tanto da doversi improvvisare maratoneta.
Senza citare l’auto dell’organizzazione che nel 2011 fece cadere Juan Antonio Flecha e buttò nel filo spinato il corridore olandese Johnny Hoogerland
Oggi l’episodio di Vincenzo Nibali fatto cadere da una moto in mezzo ad una assoluta baraonda causata da tifosi al limite dell’incivile in carenza di transenne in una delle salite più note al mondo.
Insomma lo sciovinismo francese è forse ormai una cosa da riporre in un cassetto di fronte ad una corsa in cui troppo, troppo spesso la situazione scappa di mano agli organizzatori. Una corsa che muove milioni e che si auto celebra come la più bella del mondo non può permettere che tifosi esaltati corrano in mezzo al tracciato, spesso in condizioni alterate senza mettere in campo alcun controllo. Fumogeni accesi, gente vestita da clown e moto che vanno all’impazzata, è questa la corsa più bella del mondo? Noi continuiamo a preferire il giro.