Miguel Poblet: il fulmine della Catalogna
Miguel Poblet il più forte corridore Catalano
Miguel Poblet li faceva impazzire i catalani. Lui il più forte di sempre, lui che amava la senyera (la bandiera catalana). Era un corridore che amava nascondersi, non lo vedevi. Lui stava a ruota, a testa basta sulle strade di casa e non. Poi un guizzo e lo vedevi a testa alta pronto a beffare gli avversari.
Il fulmine della Catalogna era il suo soprannome. La storia di Poblet si intreccia con l’Italia e con una storia molto italiana, quella di Giovanni Borghi, Mister Ignis. Noto per l’epopea della Pallacanestro Varese, Borghi volle entrare nel mondo del ciclismo per dar ulteriore luce al proprio marchio di elettrodomestici. Poblet approdò alla corte del “commenda” ad insaputa dello stesso Borghi (uomo che di solito amava invece sapere tutto) in quanto, per sua stessa ammissione, di ciclismo ci capiva poco.
Fu Vincenzo Torriani, gran patron del Giro d’Italia e dirigente di lunga vista della Gazzetta dello Sport, il primo a comprendere il talento di quel ragazzo catalano dalla naturale simpatia e dalla calvizie precoce. E proprio Torriani, in combutta con i dirigenti della squadra di Comerio (VA), favorì l’allestimento della Ignis e l’ingaggio del ragazzo natio di Montcada i Reixac. Miguel ripagò la fiducia battendo i migliori velocisti mondiali proprio alla Sanremo di quell’anno. La leggenda narra che, dopo quella vittoria, il padron Borghi, durante i festeggiamenti all’Hotel San Carlo di Milano, prese in disparte il giovane velocista e lo vincolò con un contratto speciale: due firme apposte su una scatola di fiammiferi. Quello fu l’unico documento che i due si scambiarono e che sancì il sodalizio Catalano-Varesino.
Dopo quella folgorante Sanremo, diventò Miguel Poblet il Re di Comerio, una corona, la sua, legittimata a colpi di vittorie (centoquarantaquattro in carriera sia su strada sia su pista).
A differenza di quasi tutti i suoi colleghi velocisti, Miguel Poblet sulle salite non finiva necessariamente in fondo al gruppo ma si difendeva egregiamente tanto che al Giro del 57 vinse addirittura la Trento – Monte Bondone di 242 chilometri, precedendo Ercole Baldini e Luison Bobet.
“Vamos a estallar de alegría una vez más Miguel!”, e quella gioia il “bürleta”, come lo chiamavano gli operai varesini della Ignis, la portava sempre in gruppo. Fu un uomo importante per la Catalogna che ancora oggi lo piange a distanza di oltre quattro anni dalla sua scomparsa. Poblet riuscì a conquistare ben due Milano-Sanremo nonché venti tappe del Giro d’Italia, tre al Tour e tre alla Vuelta. Fu il primo corridore a vincere una tappa in tutti i tre grandi giri in un solo anno. Fu il primo ciclista Catalano (e spagnolo) a vincere la classica dei fiori.
Miguel Pobel si è spento a Barcellona il 6 aprile 2013, e nella capitale della Catalogna il suo sorriso e la sua pelata restano ancora vivi nella memoria degli amanti delle due ruote.