Major Taylor il primo professionista di colore americano

Major Taylor

Major Taylor (fonte Wikipedia)

Major Taylor ciclista oltre il colore della pelle

Major Taylor ciclista americano, fu il primo corridore di colore a diventare un professionista nel 1896 all’età di 18 anni

Major Taylor fu il primo atleta afro-americano a diventare un professionista del ciclismo nel 1896.

Marshall Walter Taylor detto “Major” nasce il 26 novembre 1878 ad Indianapolis, figlio di Gilbert Taylor, un veterano della guerra civile, e di Saphronia Kelter. La famiglia Taylor ha otto figli e vive a Bucktown, una zona rurale sul bordo occidentale di Indianapolis.

Gilbert Taylor lavora al servizio di una famiglia bianca (i Southards) come cocchiere ed il piccolo Marshall segue spesso il padre al lavoro. Il bimbo divenne presto amico del figlio dei Southards, Daniel, tanto da essere istruito dalla famiglia e ricevere in dono la sua prima bicicletta all’età di 12 anni.

Marshall si dimostra sin da subito un abile ciclista in grado di eseguire numeri da funambolo tanto che il signor Tom Hay, proprietario di un negozio di biciclette di Indianapolis, lo ingaggia per eseguire davanti alla propria bottega di biciclette. Il ragazzo viene pagato per le acrobazie e per tenere in ordine il negozio e riceve una nuova bicicletta.

Proprio in quel periodo nasce il nickname “Major” in quanto spesso indossa un’uniforme militare per compiere le acrobazie.

Nel 1893 Major Taylor lascia Hay per trovare un lavoro presso il negozio di Harry T. Hearsey a Indianapolis dove impartisce lezioni di ciclismo agli appassionati. Proprio presso il negozio di Hearsey, Taylor conosce Louis D. “Birdie” Munger, un ex ciclista che possiede una fabbrica di biciclette da corsa a Indianapolis: la Munger Cycle Manufacturing Company.

I due diventabi amici e Munger assume l’adolescente Taylor per promuovere nelle università la linea di biciclette da corsa di Munger e diventa suo allenatore personale per “renderlo un campione”.

L’America di quegli anni è nel pieno del periodo delle Leggi Jim Crow, quelle disposizioni emanate dai singoli stati a partire dal 1876 che, di fatto, introducono la segregazione razziale tra i neri americani (ed altri gruppi razziali) ed i bianchi.

Nelle prime corse su strada Major Taylor si accorge subito del razzismo che serpeggia tra i suoi “colleghi”. In molti si rifiutano di gareggiare con un “negro” e insulti e spinte sono la regola. Il 30 giugno 1895, Major è l’unico atleta a completare i 121 chilometri di una corsa nei pressi della sua città natale di Indianapolis e anche in quel caso il razzismo la fa da padrone.

Nel 1895, Taylor e Munger si trasferiscono da Indianapolis a Worcester nello stato del Massachusetts, centro dell’industria della bicicletta degli Stati Uniti oltre ad essere una zona più tollerante.

Munger e Charles Boyd, un partner commerciale, fondano la Worcester Cycle Manufacturing Company e lo spostamento consente a Taylor “maggiore visibilità, maggiori folle, aumento dei dollari di sponsorizzazione e un maggiore accesso ai luoghi di ciclismo di livello mondiale ”

Major Taylor ciclista professionista

Dopo una serie di affermazioni di primissimo livello, Taylor diventa un ciclista professionista nel 1896, all’età di diciotto anni, diventando uno sprinter adatto alle sei giorni e facendo il suo esordio il 5 dicembre, 1896 davanti a 5000 spettatori. Il  giorno successivo Taylor è protagonista della Sei giorni del Madison Square Garden di New York con rivali di tutto il mondo.

Inizialmente Taylor difende i colori della Worcester Cycle Manufacturing Company di Munger ma quando questa, nel 1897, l’azienda entra in amministrazione controllata decide di cambiare team andando a cogliere prestigiosi successi al “Blue Ribbon Meet” del Bostonian Cycle Club, a Reading, in Pennsylvania  e chiudendo quarto nella prestigiosa convention LAW a Filadelfia. Nonostante i trionfi i pregiudizi per la presenza di un nero in uno sport “bianco” non mancano.

Nel 1987 Eddie Bald diventa il campione americano dello sprint ma la fama di  Taylor è anche maggiore e tanti giornali iniziarono a riferirsi a lui con soprannomi fantasiosi come “Worcester Whirlwind”, “Black Cyclone”, “Ebony Flyer”, “Ciclone colorato” e “Black Zimmerman”. Anche il presidente Theodore Roosevelt diventa un suo grande fans.

Nel periodo 1898-1899, al culmine della sua carriera ciclistica, Taylor stabilisce sette record mondiali: il quarto di miglio, il terzo di miglio (0,5 km), il mezzo miglio, il terzo di miglio (1,1 km), il terzo di miglio (1,2 km), il miglio e due miglia (3,2 km). Il suo record mondiale di un miglio di 1:41 da inizio è rimasto in piedi per 28 anni.

Major Taylor campione del Mondo 1899

Ai mondiale del 1899 al Vélodrome de Queen’s Park a Montreal , in Canada, Taylor diventa il primo atleta afro americano a vincere un campionato del mondo e è il secondo atleta nero, dopo il pugile canadese George Dixon, a vincere il titolo mondiale in ogni sport.

Dopo la vittoria del 1899 in molti affermano che l’evento “era stata una farsa, perché Taylor non ha gareggiato contro i ciclisti più forti in quando l’allora Associazione ciclistica internazionale (ora UCI) non consente ai corridori della NCA di competere a quei campionati. Quell’anno, oltre ai titoli mondiali nelle distanze di un miglio e due miglia, Taylor ottiene altri ventidue primi posti.

Nel 1900 Taylor vince il campionato americano di sprint a punti ma alcune leghe vietarono al ragazzo di correre salvo poi riammetterlo e conclude l’anno trasferendosi a Worcester, dove acquista una casa in Hobson Street

Il 1901 è l’anno del tour europeo in cui, complice la sua popolarità e nomea, è letteralmente assalito da fans e giornalisti locali. La sua “campagna” nel vecchio continente si conclude con 42 vittorie delle 57 gare europee a cui partecipa. Spettacolare è la sfida con il campione francese Edmond Jacquelin al Parc des Princes di Parigi.

L’anno seguente chiude il tour europeo con 40 vittorie in 57 gare sconfiggendo i campioni di Germania, Inghilterra e Francia. Nel 1903 Taylor viene ingaggiato per competere in Australia e Nuova Zelanda guadagnando premi in denaro stimati in $ 35.000 (quasi un milione di dollari attuale!).

Complici la fatica fisica e mentale Taylor decide di prendersi una pausa di due anni e mezzo dal ciclismo tra il 1904 e il 1906 per poi tornare a correre in Francia dove fa registrare due record del mondo: nel mezzo miglio e nel quarto di miglio con partenza da fermo.

L’ultima gara professionistica di Taylor ha luogo il 10 ottobre 1909 a Roanne sfidando il campione del mondo francese Charles Dupré. Ad imporsi è l’americano che chiude in gloria la sua carriera all’età di 32 anni dopo aver incassato in carriera da i 75.000 e i 100.000 dollari ovvero tra i due e i due milioni e mezzo di dollari attuali.

Taylor vince la sua ultima competizione, una corsa tra ex piloti professionisti, nel New Jersey nel settembre del 1917.

Major Taylor post carriera

Nel 1930 Taylor attraversa un periodo di gravi difficoltà finanziarie a causa di cattivi investimenti (inclusa l’auto-pubblicazione della sua autobiografia) tanto da dover vendere la propria casa e trasferirsi all’YMCA Hotel di Chicago nel Quartiere di Bronzeville. Parallelamente finisce male anche il suo matrimonio e alcuni problemi di salute condizionarono la sua vita.

Nel marzo del 1932, Taylor è vittima di un infarto dopo un’operazione al cuore senza successo venne trasferito all’Ospedale di Cook County dove muore il 21 giugno, a soli 53 anni per “nefrosclerosi e ipertensione “. La famiglia viene a sapere della scomparsa troppo tardi tanto che nessuno rivendica i suoi resti. Il suo corpo viene quindi sepolto in una tomba di poveri senza riconoscimento presso nel cimitero di Mount Glenwood a Thornton Township vicino a Chicago.

Nel 1948, un gruppo di ex ciclisti professionisti utilizza dei fondi donati da Frank W. Schwinn (proprietario della Schwinn Bicycle) per dare degna sepoltura a Marshall Walter Taylor.

Major Taylor  e il Razzismo nel ciclismo

Le leggi razziali, come detto, segnano non poco la carriera di Major Taylor che trova più fortuna in Europa che negli Usa dove alcuni promoter non volevano permettere al ragazzo di colore di gareggiare nei loro eventi.

Anche molti colleghi di Taylor non gradiscono la sua presenza e l’epiteto “negro” è l’appellativo più gettonato. Nella sua autobiografia sottolinea come molti ciclisti (su tutti i fratelli Nat e Tom Butler) si coalizzavano con il solo intento di sconfiggerlo. In alcune competizioni successive al titolo mondiale Taylor si è lamenta di essere stato “urtato, spinto e preso a gomitate”.

Prima di una corsa a Savannah, in Georgia, nell’inverno del 1898, riceve una minaccia scritta che dice “Cancellati se apprezzi la tua vita”. Molti ciclisti si rifiutano di correre se Taylor è presente mentre alti sono soliti procedere con intimidazioni, insulti verbali, minacce e aggressioni fisiche per ferirlo fisicamente.

Nel febbraio del 1904, durante una corsa in Australia, Taylor viene gravemente da ferito dopo che Iver Lawson gira la sua bicicletta verso Taylor e si scontra con la sua ruota anteriore. Taylor si schianta al suolo e rimane incosciente sulla pista per poi essere trasportato in ospedale.

Nella sua autobiografia (The Fastest Bicycle Rider in the World: The Story of a Colored Boy’s Indomitable Courage and Success Against Great Odds: An Autobiography)  Taylor ha sottolineato il livello di stress e la tensione fisica e mentale causata dal pregiudizio razziale che ha vissuto dentro e fuori dalla pista come uno dei motivi che l’hanno portato al ritiro dalle gare.