Lucillo Lievore ciclista veneto, la storia
Lucillo Lievore ciclista veneto, buon gregario, maglia nera al Giro d’Italia 1967 e ritiratosi nel ’72
Lucillo Lievore nasce a Breganze, nella zona collinare del vicentino, il 14 luglio 1940. Dopo la trafila nelle categorie giovanili passa dilettante vestendo i colori del G.S. Mainetti con cui nel 1964 conquista la vittoria nell’Astico-Brenta mentre l’anno successivo è primo al G.P. d’Apertura di Percoto e quinto al Trofeo Alcide De Gasperi.
Nel 1966 Lucillo passa professionista con la maglia della Mainetti, neonata formazione voluta dell’omonimo imprenditore di Castelgomberto e che debutta proprio quell’anno. Il vicentino si mette al servizio del capitano, Marino Basso, anche lui originario della provincia di Vicenza.
Lucillo Lievore e la fuga al Giro d’Italia 1966
Lievore è al via del Giro d’Italia e nella penultima tappa, da Belluno a Vittorio Veneto, sentendo odore di casa, va in fuga accumulando un vantaggio massimo di 38 minuti. Lucillo, ormai al gancio, attira l’attenzione del mitico Sergio Zavoli che lo affianca per una intervista al volo. Il veneto risponde alle domande del cronista in modo deciso e senza ricadere nello stereotipo del ciclista poco acculturato ma, sentendosi mancare le forza, dichiara la sua paura di essere ripreso.
E proprio così è quando viene raggiunto prima dell’ascesa del San Boldo e superato dal cremasco Pietro Scandelli, che va a vincere la frazione con 15’18” su un esausto e demotivato Lievore. L’episodio dell’intervista diviene spunto per alcuni sketch di Tognazzi e Vianello. Nel resto del Giro il veneto supporta Gianni Motta, a conquista la vittoria finale di quel Giro. A luglio il vicentino è quarto al Trofeo Matteotti a 4’39” da Vito Taccone.
Lucillo Lievore e la maglia nera 1967
L’anno seguente Lucillo Lievore a maggio è settimo al Coppa Città di Busto Arsizio ed al Giro d’Italia è settimo nella tappa di Mantova vinta da Michele Dancelli . Nell’occasione del cinquantesimo anno del Giro, venne reintrodotta la maglia nera e allora Lucillo, assieme al suo direttore sportivo Marino Fontana, decide di conquistarla con uno stratagemma. Il veneto va in fuga nell’ultima frazione per poi fingere un malore nascondendosi in un bar venendo superato da tutti rimettendosi poi in sella per tagliare l’arrivo staccatissimo.
Nel ’68 è quarto nella tappa di Piacenza al Giro d’Italia alle spalle di Tosello, Durante e Carminati ed al G.P. di Camaiore vinto da Giampiero Macchi chiude al settimo posto. Al Giro dell’anno seguente il vicentino è terzo nella quinta tappa del Giro con arrivo a Follonica vinta da Albert Van Vlierberghe davanti ad Alberto Della Torre ed è quarto il giorno successivo a Viterbo quando a vincere è Fabio Cortinovis.
Nel 1970 è quattordicesimo alla Coppa Bernocchi e diciottesimo alla Milano-Vignola mentre al Giro d’Italia in vicentino è nuovamente ultimo della corsa.
Passato alla GBC di patron Jacopo Castelfranco con Enzo Moser in ammiraglia, Lievore coglie le sue ultime due annate da professionista prima di appendere la bicicletta al chiodo. Sceso di sella lavora nella ditta di famiglia di prodotti chimici per la ristorazione. Sposato con Mercedes ha tre figli: Eddy, Marta ed Enrico.