Davide Rebellin “la medaglia di Pechino la sento mia”
Davide Rebellin alla vigilia della stagione 2019 rilancia il tema
Davide Rebellin, argento olimpico a Pechino 2008, si appresta a iniziare la 27esima stagione agonistica e rivendica la sua medaglia d’argento
Davide Rebellin è il vero Higlander del ciclismo tricolore (e forse mondale), a 47 anni suonati il ciclista veneto non ha alcuna attenzione di appendere la bicicletta al chiodo e, anzi, si appresta a iniziare la sua ventisettesima stagione agonistica con i colori del team Algerino Sovac.
Davide ha parlato ai microfoni di Tuttobici raccontando di come la passione per la fatica non lo abbia minimamente abbandonato ma anche di come stia cercando di pianificare il suo futuro sceso dai pedali restando nel mondo del ciclismo.
L’esperienza di Davide Rebellin è innegabilmente immensa e, forte dei tanti anni da professionista, potrebbe vedere nel ruolo del commissario tecnico di una nazionale il suo naturale sbocco professionale.
Il corridore di San Bonifacio, come detto, è ancora mentalmente focalizzato sul ruolo di professionista e il prossimo 3 di febbraio sarà al via del Gp La Marseillaise con i gradi di “direttore sportivo in corsa” del suo team:
“In corsa faccio anche direttore sportivo in corsa, potrei anche un giorno diventare il CT della nazionale algerina”.
Una carriera infinita quella di Davide, ricca di soddisfazioni come le tre Freccia Vallone conquistate ma nella sua testa vi sono ancora obiettivi da conquistare. Il sogno sarebbe quello di essere al via di una grande corsa ma lo stato di Team Continental della sua squadra rende impossibile essere invitato a Gare World Tour.
L’altro sogno del ciclista veneto è legato a filo doppio alla sua più grande delusione professionale ossia l’epilogo della prova in linea delle Olimpiadi di Pechino 2008. Quel giorno Davide Rebellin conquistò la medaglia argento che gli venne poi revocata per la positività al CERA, EPO di terza generazione che ha fatto cadere molti sportivi.
Nel 2009 il CIO decise di provare nuove tecniche di analisi per ricontrollare i campioni prelevati alle Olimpiadi cinesi e tra gli atleti “pizzicati” vi fu proprio il vicentino. Davide si è sempre opposto a quel test difendendosi sostenendo che quegli esami erano viziati da irregolarità nella conservazione dei campioni.
Nel 2015 il Tribunale di Padova lo ha assolto dalle accuse di violazione della legge antidoping 376/2000 collegate alla positività durante la prova pechinese.
“Vorrei tornare in possesso della medaglia d’argento dei Giochi Olimpici 2008, la sento mia. Il percorso è in salita, servirebbero dei luminari per dimostrare le falle nella custodia dei campioni che potrebbero essersi deteriorati. La metodologia per trovare il CERA non era valido all’epoca, non è detto che un giorno mi decida a intraprendere questo percorso” ha dichiarato Rebellin.