Ciccone che impresa a Ponte di Legno! Carapaz resiste
Ciccone fa l’impresa a Ponte di Legno
Ciccone conquista il traguardo di Ponte di Legno del Giro d’Italia 2019. Nibali attacca, Carapaz resiste e Roglic perde terreno
Ciccone conquista il traguardo di Ponte di Legno legittimando le sue aspirazioni di futuro uomo per le corse a tappe. La maglia azzurra della Trek si impone al termine di una cavalcata epica in condizioni meteorologiche al limite del sopportabile anticipando il compagno di fuga Jan Hirt (Astana).
E’ la tappa regina del Giro d’Italia 2019 e le condizioni meteo sono terribili sin dalla partenza. Il classico tappone dolomitico, seppur amputato del mitico Gavia, parte da Lovere (BG) per arrivare a Ponte di Legno attraverso l’unico e solo Passo del Mortirolo per un totale di circa 4000 metri di dislivello.
Si avvantaggia sin da subito un drappello di uomini ben assortito in cui spiccano Giulio Ciccone (Trek), Diego Ulissi (UAE), Andrey Amador (Movistar), Mattia Cattaneo e Fausto Masnada (Androni), Pello Bilbao (Astana), Mikel Nieve (Mitchelton), amiano Caruso e Antonio Nibali (Bahrain).
I battistrada affrontano a buon passo la Presolana, il Cevo (sostituto del Gavia) e l’Aprica mantenendo un margine costantemente vicino ai 3 minuti. Quando i fuggitivi attaccano il Mortisolo sono i soli Hirt e Ciccone a restare in testa, mentre alle loro spalle inizia la lotta nel gruppo dei Big.
Sulla salita dedicata a Marco Pantani è Vincenzo Nibali a rompere gli indugi staccando tutti. Simon Yates (Mitchelton Scott) e Primoz Roglic (Jumbo Visma) accusano pesantemente il colpo mentre la maglia rosa rimane imperturbabile controllanto il distacco nell’ordine dei 20 secondi per poi rientrare sullo Squalo dello Stretto assieme Miguel Angel Lopez (Astana) e Hug Carthy (EF) verso il termine dell’asperità. Il clima è da lupi con pioggia a secchiate e grandine.
Gli ultimi chilometri sono infiniti per tutti: seppur non particolarmente ostici in termini di pendenza sono letteralmente funestati dal meteo. Ciccone batte i denti per via del freddo ma la sua voglia di trionfo è più forte di ogni avversità e l’abruzzese conquista la tappa battendo Hirt nella volata finale.
La terza piazza va a un altro dei fuggitivi di giornata, il tenace Fausto Masnada, mentre il gruppo della maglia rosa e di Nibali arriva a 1’41 dal vincitore grazie al commovente lavoro di un “devoto” Damiano Caruso.
Roglic e Yates pagano 1’23” da Richard Carapaz e lo sloveno viene scavalcato da Vincenzo Nibali che va ad issarsi al secondo posto della generale dietro a un’inattaccabile (?) maglia rosa.