Bomba sul Team Sky: aggirato l’antidoping?
Bomba sul Team Sky, circondato dalle polemiche
Bomba sul Team Sky: secondo un rapporto della commissione parlamentare il team avrebbe aggirato le norme antidoping

Bomba sul Team Sky, la bufera attorno al team di Dave Brailsford non accenna a placarsi. Dopo la sconvolgente notizia della positività di Chris Froome, resa nota lo scorso mese di dicembre ecco che qualche giorno fa è uscita la notizia di un pacco sospetto ordinato da un dottore che all’epoca dei fatti lavorava per la Sky.
E’ di oggi la notizia che, secondo un rapporto della commissione parlamentare britannica, la squadra di Dave Brailsford avrebbe aggirato le regole anti-doping per aiutare Bradley Wiggins a vincere il Tour de France 2012 (uso di triamcinolone).
L’accusa del Department for Digital, Culture, Media and Sport è quella di aver somministrato una serie di farmaci per migliorare le prestazioni del ciclista e dei compagni di squadra. Insomma non si tratterebbe del comportamento individuale di un atleta ma il classico caso di doping di squadra?
Nel rapporto si sostiene che, durante il Tour del 2012, il Team Sky superò «una linea etica» sfruttando il sistema dell’esenzione terapeutica (TUE) – grazie a una diagnosi di comodo di asma – solo per far assumere a Wiggins un farmaco a base di corticosteroidi utile in realtà a «migliorarne il rapporto peso potenza in vista della competizione».
Nel rapporto, l’agenzia governativa britannica chiede il divieto totale di assunzione tutti i corticosteroidi, anche in presenza di una prescrizione medica.
Tramite i canali social è arrivata la risposta di Sir. Bradley Wiggins che con un twit ha dichiarato “Trovo triste che le persone possano essere accusate di cose che non hanno mai fatto e che vengono considerate come fatti certi. Respingo fortemente l’accusa secondo cui avrei utilizzato dei farmaci senza motivazioni terapeutiche”.
Delle accuse mosse, risalenti al 2011, che si baserebbero su un ordine effettuato dal dottor Richard Freeman ne abbiamo parlato negli scorsi giorni. L’inchiesta era stata aperta e successivamente archiviata un anno fa, quando non sembravano esserci i presupposti necessari ad alimentare la vicenda. Tuttavia, uno scambio di mail, venuto alla luce in questi giorni, potrebbe contribuire a far scoppiare un clamoroso caso sull’intero movimento ciclistico britannico.
Pronta la risposta anche del Team Sky: “Il Rapporto riporta di nuovo l’attenzione su alcuni errori che abbiamo già riconosciuto. Ci assumiamo la piena responsabilità per gli errori che sono stati fatti: abbiamo scritto al comitato nel marzo 2017, descrivendo in dettaglio i passi che abbiamo intrapreso per rimediare.
Tuttavia, il Rapporto propone anche l’accusa sull’uso diffuso di Triamcinolone da parte dei corridori del Team Sky prima del Tour de France 2012. Ancora una volta, respingiamo con forza questa affermazione. Siamo sorpresi e delusi dal fatto che il Comitato abbia scelto la via di una accusa anonima senza presentare alcuna prova o darci opportunità di risposta.
Noi prendiamo sul serio la nostra responsabilità per lo sport e ci impegniamo a creare un ambiente che permetta ai corridori di fare il loro lavoro in modo pulito”.
Se questa ipotesi fosse confermata da prove concrete la posizione del Team Sky diventerebbe sempre meno sostenibile nel mondo del ciclismo e renderebbe sicuramente surreali le parole del Baronetto durante la presentazione del suo team in cui suggeriva ai giovani talenti di starsene alla larga dalla squadra di Chris Froome.