Arnaldo Pambianco ciclista romagnolo, la storia
Arnaldo Pambianco ciclista romagnolo, settimo al Tour de France 1960, vincitore del Giro d’Italia 1961 e della Freccia del Brabante 1964
Arnaldo Pambianco nasce a Bertinoro in Emilia-Romagna, il 16 agosto 1935. Figlio di lavoratori si occupa delle consegne per il padre macellaio venendo soprannominato Gabanein per via del suo vestito quando fa le consegne.
Tra i dilettanti si mette in luce per le sue qualità venendo selezionato per i Giochi Olimpici di Melbourne nel 1956 dove completa la prova, vinta da Ercole Baldini, al settimo posto.
Nel 1957 Pambianco conquista il titolo di campione italiano e al Campionato mondiale dei dilettanti, il ventunenne di Bertinoro va in fuga ma viene ripreso dal belga Louis Proost, che lo supera in volata, lasciando all’italiano la medaglia d’argento.
Pambianco in maglia rosa al Giro d’Italia 1958
Nel 1958 Arnaldo passa tra i professionisti vestendo i colori della Legnano in cui deve inevitabilmente ricoprire il ruolo di gregario per i tanti campioni presenti in organico. A febbraio Arnaldo è comunque protagonista al Giro di Sardegna chiudendo la corsa al nono posto della generale ed al Giro d’Italia ottiene il secondo posto nella terza tappa da Varese a Saint-Vincent indossando la maglia rosa strappandola ad Ercole Baldini e lasciandola il giorno seguente ad Aldo Moser.
Nella seconda parte dell’anno è ottavo alla Milano-Vignola e viene selezionato per il Mondiale di Reims e, quando Baldini è in fuga, Arnaldo è sul punto di riprenderlo ma viene stoppato da Coppi: Ercole conquista la maglia iridata con oltre due minuti di margine su Louison Bobet ed è festa per l’Italia.
Nel 1959 a marzo è quarto alla Milano-Torino e ad aprile settimo al Giro di Campania. Dopo aver corso il Giro d’Italia a supporto di Imerio Massignan e Graziano Battistini, Panbianco è quarto alla Coppa Bernocchi, terzo al Giro di Romagna e nono al campionato italiano.
Arnaldo Pambianco nel 1960 parte forte ottenendo il secondo posto al Giro della Sardegna alle spalle dell’olandese Jo de Roo e a marzo conquista la vittoria nella Milano-Torino, attaccando sulla salita che conduce all’Eremo e arrivando al motovelodromo con 12″ di margine su Guido Carlesi. Subito dopo aver tagliato l’arrivo, depone il mazzo dei fiori del vincitore ai piedi della stele che ricorda Serse Coppi
Arnaldo Pambianco settimo al Giro d’Italia 1960
Al via della Corsa Rosa come co-capitano con Imerio Massignan, Arnado ottiene diversi piazzamenti di tappa. E’ settimo nella cronometro di Sorrento, quinto a Rieti, settimo a Sestri Levante e quarto nella frazione di Bormio completando la corsa al settimo posto a 8’32” da Anquetil con Massignan che chiude quarto.
Arnaldo Pambianco settimo al Tour de France 1960
Al via della Grande Boucle con la maglia della nazionale italiana, Arnaldo è al servizio di Nencini e Battistini. Gastone Nencini veste la maglia gialla dopo la cronometro individuale di Bruxelles vinta da Roger Rivière e, dopo averla persa la riprende nella tappa di Pau. Nella frazione di Briançon primo è Battistini, secondo Massignan e Pambianco chiude settimo mentre nella tappa di Luchon deve accontentarsi della piazza d’onore alle spalle dell’elvetico Gimmi.
. Il giorno del trionfo azzurro a Briançon (primo Battistini, secondo Massignan) è accanto a Nencini e arriva insieme a lui sul traguardo. Addirittura potrebbe impreziosire la sua partecipazione alla Grande Boucle con una vittoria di tappa, ma a Luchon l’atleta di Bertinoro deve accontentarsi della piazza d’onore alle spalle dell’elvetico Gimmi. Sul podio di Parigi in giallo è Nencini con Battistini al secondo posto e Arnaldo che chiude settimo.
A luglio Pambianco è quinto al Giro del Piemonte a 12″ da Alfredo Sabbadin e ad ottobre al Giro dell’Emilia vinto da Pierino Baffi.
Nel 1961 passa alla Fides, nuova squadra del patron Borghi, con i gradi di capitano ed a febbraio è secondo al Giro di Sardegna dietro al belga Emile Daems e aprile è terzo al GP Forli dietro ad Anquetil e Baldini.
Arnaldo Pambianco vince il Giro d’Italia 1961
Al via della Corsa Rosa dedicata al centenario dell’Unità d’Italia, Arnaldo in assenza di Nencini deve vedersela con i favoriti Anquetil e Gaul. Nella prima tappa di Torino è quarto andando in fuga assieme a Poblet, Balmamion e Cestari. Pambianco dopo una settimana di corsa è quarto in classificaa 44 secondi dallo spagnolo Suarez, mentre Anquetil è staccato di quasi due minuti.
Nella frazione con arrivo a Taranto il romagnolo è vittima di una brutta caduta riuscendo ad arrivare al traguardo solamente grazie al supporto dei compagni. Pare la fine del sogno di competere per la vittoria finale ed il giorno seguente, nella cronometro di Bari accusando un ritardo di oltre quattro minuti dal francese.
Pambianco riprende condizione ed inizia una lenta ed inarrestabile rimonta che si completa nella quattordicesima tappa, da Ancona a Firenze. E’ sul passo del Muraglione che, vedendo Anquetil in crisi, Arnaldo si lancia in fuga arrivando al traguardo e indossando la maglia rosa con ventiquattro secondi sul francese.
A Trieste Arnaldo aumenta il suo margine sul transalpino portandolo a quarantaquattro e nel tappone dolomitico è Gaul ad aggiudicarsi la frazione, ma Arnaldo arriva a Bormio al secondo posto, distanziando ulteriormente Anquetil. Pambianco può festeggiare al Vigorelli con Joan Crawford a consegnargli il mazzo di fiori nel momento più alto della sua carriera sportiva.
Arnaldo Pambianco protagonista di una canzone
Tanto è forte la carica mediatica della sua inaspettata vittoria al Giro che Secondo Casadei con l’Orchestra Casadei gli dedica una canzone intitolata “viva Pambianco” in cui spicca la strofa “Romagna tutta in canto per festeggiare
il giro di Pambianco. Chi punta su Anquetil, Von Looy e Gaul in maglia rosa, ha dimenticato che Pambianco è un altra cosa“.
A settembre è secondo al Campionato italiano su strada dietro ad Arturo Sabbadin e ad ottobre è ottavo alla Coppa Sabatini.
Nel 1962 passa alla Ignis sempre sotto la guida del patron Borghi con cui è quarto, ad inizio stagione, al Giro di Campania ed al Giro di Romagna. Al Giro d’Italia, da campione uscente, non riesce a trovare la forma dei giorni migliori ed è costretto ad un ritiro anticipato.
Al Tour de France è quarto nella frazione di Pougues-les-Eaux ma non va oltre il 25esimo posto nella generale ad oltre un’ora da Anquetil. Ad agosto è settimo alla Tre Valli Varesine ed è poi al via dei Campionati del Mondo di Salò, in cui a vincere è Jean Stablinski, completando la prova al quinto posto, suo miglior risultato in una rassegna iridata.
Nel 1963 entra nell’organico della Salvarani in cui i capitani sono Vittorio Adorni e Felice Gimondi. A febbraio, dopo due secondi posti, conquista la vittoria nel Giro di Sardegna davanti al belga Rik Van Looy e maggio prende parte al Giro d’Italia supportando Diego Ronchini ma conquistando il successo nella tappa di Belluno Nevegal e chiudendo la corsa al tredicesimo posto della generale.
Pambianco vince la Freccia del Brabante 1964
Il primo aprile il romagnolo prende parte alla corsa belga conquistando un meraviglioso successo nella Freccia del Brabante davanti al belga Yvo Molenaers. Pambianco è poi quattordicesimo al Giro di Romandia e tredicesimo al Giro d’Italia in cui supporta Adorni nella conquista del quarto posto finale.
Al Tour de France, Arnaldo è ancora accanto al capitano Adorni che chiude decimo e a fine stagione è quarto al Giro di Romagna dietro ad Adriano Durante, Franco Bitossi e Marcello Mugnaini.
Nel 1965 Pambianco è secondo al Giro di Romagna alle spalle di Dino Zandegù ed al Giro d’Italia è gregario fidato di Adorni che conquista il successo finale riuscendo a ottenere comunque due secondi posti nella tappa de L’Aquila ed in quella di Avellino.
Al Tour de France scorta Felice Gimondi nella conquista della maglia gialla a Parigi in una stagione trionfale per la Salvarani. Pambianco coglie il quarto posto a Ax-les-Thermes e completa la corsa al diciannovesimo posto.
Nel 1966 il romagnolo corre la sua ultima annata tra i professionisti ritirandosi a trentuno anni. Sceso di sella i Salvarani gli affidato la gestione di tre punti vendita a Forlì, Rimini e Faenza e, successivamente, diventa il vice di Giancarlo Ferretti, come direttore sportivo dell’Ariostea. Dopo questa esperienza diventa amministratore di una azienda che produce salotti ottenendo comunque sempre grosse soddisfazioni.
Il 6 luglio 2022 Arnaldo Pambianco muore nella sua Bertinoro a 86 anni a pochi mesi dalla scomparsa della moglie Fabiola di cui non era riuscito a superare il dolore.