Vibeke Backer testimone a favore di Chris Froome?

Vibeke Backer l’ancora di salvezza per Chris Froome?

Vibeke Backer, ricercatrice e pneumologa, sarà la testimone chiave nel processo che vede coinvolti Chris Froome e l’Unione Ciclistica Internazionale

Vibeke Backer
Vibeke Backer

Vibeke Backer, direttrice dell’Unità di Ricerca Respiratoria del Bispebjerg Hospital di Copenaghen, è una delle chiave di volta della situazione di Chris Froome. Da parecchi anni presso il centro di ricerca decine di giovani atleti sono sottoposti a massicce dosi di salbutamolo e sofisticatissime analisi per valutare con esattezza l’effetto che la sostanza ha sul corpo dell’atleta (ricordiamo che la sostanza è autorizzata dall’agenzia antidoping WADA sotto determinata soglia).

La risposta dei test è eloquente: negli sport di resistenza il Salbutamolo riesce ad aumentare in maniera significativa la potenza e a ridurre la sensazione di fatica (fonte European Respiratory Society). Presso il Bispebjerg si cerca di capire se i limiti Wada che determinano la positività sono affidabili o meno.

Il salbutamolo è consentito fino a un massimo di 1600 microgrammi al giorno pari a 16 dei famigerati “puff”(quantità superiore di 4 volte rispetto a quanto prescritto nel bugiardino del farmaco per pazienti asmatici).

Se nelle urine ci sono oltre 1200 ng/ml l’atleta deve dimostrare di non aver ecceduto nelle dosi a pena di squalifica (come avvenner per Diego Ulissi). Froome, il 7 settembre 2017 al termine di una tappa della Vuelta Espana, ha fatto registrare 2000 ng/ml, il massimo mai rilevato a un controllo.

“La mia positività è una questione che deve rimanere privata” ha dichiarato il britannico attualmente impegnato al Tour of the Alpes e futura mina vagante del Giro d’Italia 2018.

Una ricerca di Vibeke Backer pubblicata sulla rivista Drug Testing & Analysis può essere un’ancora di salvezza per Froome: dopo aver assunto il dosaggio massimo di Ventolin, 8 atleti su 15  in condizioni di disidratazione simili a quelle della Vuelta, hanno superato i limiti Wada e, in due casi, anche quelli di Froome.

In sostanza “Pur assumendo quantità legali di salbutamolo, un atleta può risultare non negativo ai controlli”. Non tutti nella comunità scientifica, però, sposano questa tesi: “Com’è possibile he nessuno sollevi il problema etico con la Wada che a un atleta sia permesso di assumere tre/quattro volte la dose consigliata a un asmatico col rischio di effetti collaterali? Come si fa a non capire che la norma stimola ad assumere alti dosaggi per migliorare la prestazione?” sono le parole di Fabien Pilard, ricercatore pneumologo dell’Università di Tolosa riportate da corriere.it.

Insomma a oltre sette mesi dalla positività ed a quattro dalla diffusione della notizia non accenna a trovare una soluzione uno dei casi più controversi del ciclismo.