Sindrome di Burnout nel ciclismo

Burnout (fonte pixabay - geralt)

Burnout (fonte pixabay - geralt)

Sindrome di Burnout nel ciclismo, ecco alcuni suggerimenti per evitare di perdere la passione per l’amato ciclismo a causa di periodi di “fiacca”

Sindrome di Burnout nel ciclismo, può accadere a tutti, anche ad atleti “consumati” di attraversare periodi di “fiacca”. Gli sport di resistenza possono, a volte, andare a scalfire la capacità di trovare stimoli e modi per sfidare il corpo e la mente. Non sempre, soprattutto per gli amatori, è semplice trovare le motivazioni per macinare chilometri magari dopo una settimana di duro impegno lavorativo.

Il ciclismo è uno sport molto “esigente” in termine di resistenza fisica e mentale, lo amiamo anche perché ne conosciamo la complessità e la difficoltà ma spesso, proprio per le sue caratteristiche, può portare ad affaticamento. Affaticamento che è spesso prima mentale che fisico, le gambe vorrebbero pedalare ma la testa ci dice no.

Se fino a qualche anno fa questa “sindrome” era solita per i ciclisti professionisti, complici i tanti stimoli in capo agli amatori (competizioni ufficiali, app iper stimolanti, amici iperallenti, ecc.) ora anche questi possono soffrire della tipica “fiacca”.

Sindrome di Burnout del ciclista, cos’è?

Sindrome di burnout è uno stato emotivo costante che si manifesta con stanchezza mentale, questa vera e propria sindrome non va assolutamente confusa con la sensazione “passeggere” di mancanza di voglia di pedalate.

Spesso quella sensazione di “fatica” mentale e fisica, può derivare dalla frustrazione per non aver raggiunto gli obiettivi prefissati.

Il Burnout del ciclista è una prolungata sensazione di disinteresse che inizialmente viene percepita saltuariamente per poi divenire permanente e viene accompagnata dalla sensazione di fastidio nel salire in bicicletta.

Se la sensazione di apatia non è solo verso le uscite di ”routine” ma anche verso nuove sfide forse è il momento di prendere sul serio la cosa.

Sindrome di Burnout del ciclista: cause

Un recente studio dell’International Journal of Clinical and Health Psychology ha evidenziato una stretta correlazione tra la sindrome da burnout e lo stress psicologico e fisico percepito dall’atleta.  Pare quindi essere lo stress l’agente stimolante che se controllato può avere effetti positivi ma se non controllato può diventare cronico generando la sensazione di “fiacca” di cui abbiamo parlato.

Se ad una eccessiva tensione al ciclismo uniamo gli stress lavorativi e familiari già presenti nella vita quotidiana è facile comprendere come la sindrome possa “esplodere”.

Sindrome di Burnout del ciclista: come prevenirla

Per evitare il burnout la cosa migliore è ritrovare equilibrio tra la nostra vita da “ciclista amatoriale” ed altre attività od hobby da intercalare nel nostro tempo libero.  Se tutti i weekend dedichiamo l’intero tempo libero al ciclismo è facile immaginare che questo possa diventare una potenziale fonte di stress.

E’ importante prendere ogni cosa con saggezza, non tendere alla “prestazione a tutti i costi” non stiamo dicendo di pedalare senza un obbiettivo prestazionale ma anche di ricercare il piacere nel pedalare in termini assoluti.

Ridurre lo stress dell’attività ciclistica, senza abbandonare l’allenamento in determinati periodi dell’anno, ridurre l’intensità degli allenamenti per brevi periodi di o di combinare la pedalata con altri sport complementari può prevenire l’insorgenza della sindrome.

Il ciclismo spesso è uno sport solitario, richiede tempo e dedizione e riuscire a mantenere un atteggiamento positivo verso questo sport è fondamentale per non tramutarlo in fonte di stress.

Per chi compete è importante gestire correttamente le emozioni: delusioni o soddisfazioni possono inficiare l’approccio al ciclismo. Essere obiettivi nel valutare le proprie performance (soprattutto quelle negative) contribuisce ad allontanare lo spettro della demotivazione.

Sindrome di Burnout del ciclista: supporto psicologico

La figura dello psicologo dello sport (che prediligiamo a quella del mental coach) può essere utile nei casi in cui la sindrome di manifesti in modo continuo. Gli esperti della materia sono ormai presenti in modo importante e gli studi in materia si sono sviluppati nel corso degli anni consentendo di accumulare esperienze in grado di consentire di analizzare e trattare l’argomento in modo accurato.

La prevenzione della passività o la demotivazione sono un aspetto su cui si sono incentrati molti studi nel campo della psicologia dello sport.

Sindrome di Burnout del ciclista amatoriale: soluzioni

Ragazzi parliamoci chiaro la bicicletta deve restare un piacere non un dovere, non cerchiamo la performance da super atleta. La spinta maggiore per un cicloamatore è e deve essere la passione. Non c’è KOM su Strava che regga, il ciclismo è il nostro hobby e come tale deve aiutarci a ridurre lo stress non a incrementarlo.

Se abbiamo tempo libero da investire in bicicletta proviamo a dedicarci, ogni tanto, a delle “passeggiate” in bicicletta, godendoci il paesaggio o il senso di libertà.

Per chi fa gare, riposarsi dovrebbe essere un valore aggiunto non una “colpa”. Tutto va ponderato sui nostri obiettivi reali: vero dobbiamo macinare chilometri per arrivare pronti alle competizioni ma non dobbiamo essere noi a farci macinare!