Simone Cento intervista di Ciclonews

Simone Cento (fonte profilo Facebook)

Simone Cento (fonte profilo Facebook)

Simone Cento intervista al nuovo massaggiatore della nazionale

Simone Cento, ex atleta che in un passato molto recente vestì le maglia della Viris Vigevano per poi crearsi una carriera come massaggiatore tanto da collaborare con Androni Giocattoli e Viris. Ora la chiamata al fianco delle Nazionali Italiane al seguito della squadra Under 23 e dei pro di Davide Cassani anche per il prossimo Mondiale di Bergen in Norvegia.

Ciao Simone, anzitutto grazie per aver accettato la nostra intervista, ci racconti come è iniziata la tua passione per il ciclismo?

Ciao e grazie a voi dell’ospitalità. La mia passione per il ciclismo nasce a otto anni, quando mio fratello, che correva in MTB, passò alla bici su strada. In quel momento ho chiesto a mio padre di poter provare a correre, è scoppiata la passione ed ho ottenuto buoni risultati fino agli Under 23 con la  Viris Vigevano. Poi, anche per la volontà di ritagliarmi un’indipendenza economica, ho smesso di correre e mi sono arruolato nell’Esercito con l’obiettivo di entrare in Guardia di Finanza ma purtroppo senza risultati positivi. Nel frattempo ho studiato come massaggiatore e, in poco tempo,  sono stato contattato dalla Androni Giocattoli nella persona di Giampaolo Cheula (che è anche un amico con cui mi allenavo). Mi hanno portato in Turchia per una corsa e da li è nata la collaborazione. Poi il Presidente Pirro della Viris mi ha chiesto di collaborare con loro. Ora, grazie a Matteo Provini della Viris che mi ha segnalato come elemento valido, sono stato contattato dalla nazionale.

Perché suggeriresti questo sport ad un ragazzino?

Il ciclismo, oltre a essere un sport faticoso che ha la capacità di temprarti fisicamente, è una disciplina che ti insegna il concetto di sacrificio. Purtroppo le nostre generazioni sono sempre meno portate al sacrificio. Già quando correvo io ho scoperto sulla mia pelle come il concetto di “divertimento” extra corse fosse una cosa che era interdetta al ciclista. Questa palestra forma la persona e aiuta ad aumentare la capacità di restare concentrato sul lavoro. Il ciclismo è una cosa che se ti entra dentro non ti esce più diventa una “modificazione genetica”, ti fa vivere per la bicicletta.

Torniamo a te, come è nata a Simone Cento  l’idea di intraprendere la carriera di massaggiatore?

Tutto è iniziato un po’ per caso perché ho sempre apprezzato i massaggi post gara e ho sempre ammirato chi era in grado di trattare gli atleti ho quindi iniziato a fare corsi e studiare per una curiosità personale. Poi quando l’Androni mi ha chiamato non ci ho pensato nemmeno un secondo francamente non avrei mai pensato di arrivare a lavorare così in fretta con i professionisti. Posso dire che l’idea che ho avuto mi sta rendendo davvero soddisfatto perché oltre ad amare questa professione, come dicevo prima, se entri nel mondo del ciclismo è durissimo uscirne e questo lavoro mi sta dando l’opportunità di restare fianco a fianco coi corridori.

Hai collaborato con Androni Giocattoli e VirisVigevano,  cosa ti hanno lasciato queste esperienze?

La collaborazione con la Viris è stata un ritorno al passato, al mio team, mi sono sentito a casa. Chiaramente non è un squadra professionistica quindi è meno organizzata e strutturata di un team pro ma tornare alla Viris è stata una cosa di cuore. Con l’Androni è stato tutto diverso, non conoscevo l’ambiente né le procedure che il team seguiva ma devo dire che ho trovato davvero tantissima disponibilità e ottimi maestri da cui apprendere che hanno contribuito in modo indelebile alla mia formazione professionale.

Ora lavorerai per le nazionali, quanta emozione e quanto orgoglio provi per questo riconoscimento?

Lavorare con la nazionale, sarà banale dirlo, ma è una soddisfazione estrema. Avendo anche corso, ho sempre sognato di poter un giorno indossare la maglia azzurra come corridore ma non ci sono riuscito. I miei trascorsi da militare, poi, mi hanno creato un gran senso patriotico e ammetto che l’idea di poter indossare la maglia dell’Italia mi riempie di orgoglio ancor di più del riconoscimento professionale. Credo che lavorare per una nazionale sia professionalmente una opportunità incredibile di crescita e di apprendimento.

I muscoli degli atleti sono degli “strumenti” delicati, personalizzi i trattamenti per tipologie di corridore o hai uno standard che segui?

I trattamenti da fare agli atleti della nazionale sono più difficilmente standardizzabili in quanto hai corridori che “cambiano” ed è più difficile conoscere approfonditamente il corpo dell’atleta. E’ quindi più opportuno riuscire ad entrare in contatto con il corpo del corridore e con le sue esigenze. Ci sono corridori che amano massaggi leggeri ed altri massaggi profondi. Il ruolo del massaggiatore è quello di entrare in contatto anche con la mente dell’atleta, aiutarlo a rilassarsi dopo la corsa contribuendo a rigenerare le energie mentali e la sua massa muscolare in attesa del prossimo sforzo