Sfregiato il monumento a Pantani

Sfregiato il monumento dedicato a Pantani

Un vile e meschino atto di vandalismo nella serata di ieri ha portato allo sfregio del monumento a Marco Pantani sulla salita di Montevecchio

Lo sfregio al monumento a Pantani
Lo sfregio al monumento a Pantani

Imbecilli, animali, maleducati. Educazione questa sconosciuta, assieme all’assenza di rispetto ecco cosa hanno portato al vile sfregio che ha subito, a distanza di soli tre giorni dalla ricorrenza dell’anniversario della sua nascita, il monumento dedicato alla memoria di Marco Pantani posto sulla salita di Montevecchio, nei pressi di Borello, nel Cesenate.

Vandali? Ragazzi annoiati? Non lo sappiamo ma fatto sta che è stata asportata la fotografia di Marco in maglia rosa ed è apparsa una scritta ingiuriosa scritta con vernice spray.

Il 13 gennaio Marco avrebbe compiuto 50 anni il che rende, se possibile, l’atto ancora più vergognoso in quanto offende doppiamente la memoria del ciclista tragicamente scomparso la sera di San Valentino del 2004.

E’ stato Club Marco Pantani Borello, nato nel lontano 1992, a volere quel cippo per celebrare il pirata. Negli anni il luogo è diventato meta di pellegrinaggi di cicloamatori, cicloturisti e amanti del Pirata. La voce commossa di Massimo Giuliani, socio del gruppo, rassicura “Al più presto ci attiveremo per ripristinare l’opera”.

La ferita rimane ed è una ferita all’anima e alla mente di chi non può tollerare un simile comportamento, “abbiamo deciso di costruire il monumento dopo la morte di Marco, nel 2005. Il pirata amava queste salite, erano le sue zone” racconta Giuliani.

Qualcuno dice che di queste storie non bisognerebbe darne notizia per non giocare al gioco dei vandali ma a noi questa teoria non piace, la raccontiamo perché chi è stato possa leggerla e vergognarsi della propria viscida meschinità.

 

Viviamo in un mondo un cui il brutto ormai è la normalità ma noi a questo schifo non vogliamo inchinarci e lo diciamo non solo perché a essere vilipesa è la memoria di uno dei ciclisti e degli sportivi più amati del nostro paese. No, non lo diciamo solo per Marco ma lo diciamo per noi, per la nostra nazione in cui non si ha più rispetto di nulla, non si ha più rispetto per la memoria. E allora diteci pure che siamo disfattisti ma un paese che non ha rispetto per la memoria non ha nemmeno un futuro.