Savio: ecco perché prendo i colombiani!

Savio: scalatori italiani non ce ne sono.

Savio da sempre attento osservatore del ciclismo sudamericano spiega il perché di tanti colombiani.

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Savio è indubbiamente uno che di ciclismo ne capisce, uno che da sempre ha saputo interpretare e anticipare il futuro. Negli anni il direttore sportivo dell’Androni Giocattoli-Sidermec ha lanciato tantissimi talenti, soprattutto tra gli scalatori.

Gianni è uno che ha saputo instillare fiducia in giovani ragazzi facendoli crescere e valorizzandoli. Esempio lampante (e recente) è Egan Bernal che, passato al Team Sky, andrà al Giro d’Italia 2019 con i gradi di capitano.

 “Paragono l’Androni Sidermec all’Atalanta nel calcio – racconta Savio – puntiamo tutti e due sul vivaio e lanciamo giovani di prospettiva. La società bergamasca fa crescere ragazzi, li lancia in Serie A e poi li vende per motivi di bilancio ma crede nei giovani. Io ho lanciato tra i professionisti tanti sudamericani, ma anche italiani da Tafi a De Marchi passando per Diego Rosa e Fabio Felline”.

Sotto gli occhi di tutti c’è il caso del Fenomeno-Bernal, talento smisurato, fresco vincitore della Parigi-Nizza e pronto a deflagrare in una grande corsa a tappe:

“c’è Egan ma anche Ivan Sosa suo compagno al Team Sky. Bernal è un grande talento lo feci passare tra i professionisti a 19 anni facendogli saltare gli Under 23 e capii subito che era un fenomeno. Arriverà presto sul podio di un grande giro. Uno come lui nasce ogni 20 anni.” racconta Savio.

Barnal firmò un contratto di quattro anni con l’Androni sia per tutelare il ragazzo che per salvaguardare l’investimento della società:

“Bernal, a mio avviso, è un corridore che arriverà a vincere un grande giro. Ha una forza fisica e mentale unica, passato professionista a 19 anni aveva già l’attitudine di un trentenne. E’ un ragazzo serio e determinato sa cosa vuole, è fortissimo in salite e forte a cronometro. Sosa è un ottimo scalatore, però non posso sbilanciarmi troppo in una sua possibile vittoria in una grande corsa a tappe, perché attualmente è carente nelle prove contro il tempo” ha spiegato il direttore.

Ma perché tra i tanti corridori lanciati negli ultimi anni da Gianni Savio e, più in generale, dal ciclismo italiano non esce uno scalatore degno della storia del nostro ciclismo? Su questo aspetto il direttore dell’Androni ha voluto dire la sua:

“Morfologicamente e strutturalmente parlando, i ragazzi sudamericani hanno caratteristiche perfette per diventare scalatori. Anche in Italia ci sono talenti ma non in un numero così elevato come in Sudamerica. In Italia abbiamo Vincenzo Nibali e avevamo Fabio Aru, finché non dimostrerà il contrario dobbiamo per forza parlare al passato.  C’è poi Giulio Ciccone, ma al momento, non ne abbiamo ecco perché il mio sguardo è sempre rivolto ai giovani emergenti” ho spiegato Gianni Savio.