Raffaele Illiano ciclista napoletano anni 2000

Raffaele Illiano

Raffaele Illiano

Raffaele Illiano  ciclista napoletano, ottimo dilettante in grado di vincere una tappa alla Tirreno-Adriatico e la classifica dell’intergiro al Giro d’Italia

Raffaele Illiano nasce a Pozzuoli l’11 febbraio 1977 e, grazie alla passione del nonno Gennaro, direttore di un team giovanile, sale in sella a sette anni. E’ proprio il nonno che gli regala la prima bicicletta e che lo porta, senza dire nulla ai genitori che gestiscono uno stabilimento balneare, alle prime garette. Raffaele ha talento e nelle categorie giovanili sa mettersi in mostra.

Quando raggiunge la maggiore età si trasferisce in Toscana per completare la propria crescita professionale. Raffaele Illiano nel ’97 ottiene un ottimo terzo posto al GP Industrie del Marmo mentre l’anno seguente ben figura alla corsa belga, Triptyque Ardennaise chiudendo terzo dietro a Ivan Basso e Danilo di Luca.

Nel 1999 arrivano altri buoni piazzamenti tra cui spiccano il terzo posto al Giro del Casentino e il quarto in una tappa del Giro delle Regioni dove ottiene anche il titolo di miglior scalatore. Il suo nome viene accostato alla mitica Mercatone Uno ma alla fine non se ne fa nulla. Raffaele non demorde e nel 2001, alla Firenze-Pistoia incontra Gianni Savio che gli fa una promessa: “Raffaele oggi è il tuo giorno fortunato: stai tranquillo che in settimana ti faccio firmare”.

Illiano corona il suo sogno fin da bambino passano professionista nel 2002 con la Colombia-Selle Italia di Gianni Savio e Marco Bellini mettendosi a disposizione della squadra con la sua grinta e determinazione. Raffaele, dopo un anno di apprendistato, nel 2003 conquista la vittoria al Giro del Lago Maggiore davanti al tedesco Markus Knopfle e brilla particolarmente al Tour du Senegal conquistando il crono prologo e la vittoria nella seconda tappa. Al Giro d’Italia 2003 Illiano completa la corsa al 66esimo posto.

Nel 2004 Raffaele Illiano conquista la vittoria del GP Bradlo ed è nuovamente protagonista al Tour du Senegal conquistando il prologo e due frazioni. Al Giro d’Italia 2004 Raffaele corre da grande: va in fuga in undici tappe su venti, scollina per primo sul Mortirolo, montagna dedicata a Marco Pantani, e conquista la maglia blu dell’Intergiro battendo Crescenzo D’Amore. Il nome del ciclista partenopeo “è caldo” e gira la voce che qualche grande team voglia fargli una proposta ma, alla fine, nulla si concretizza e Raffaele rimane alla corte di Savio,

Nel 2007 Illiano passa alla Ceramica Flaminia con la speranza di trovare nuove motivazioni e maggiori spazio personale. Non è però un anno facile per il napoletano che contrae due virus che lo debilitano ritrovandosi con il morale sotto i tacchi e tante domande sul suo futuro. La sfortuna sembra perseguitare Raffaele che durante un allenamento viene aggredito da due persone che vogliono rubargli la bicicletta: il napoletano non si fa rubare la bici ma esce malconcio dall’accadimento.
Per fortuna, davanti a Illiano, passa nuovamente un treno chiamato Gianni Savio che gli propone di tornare alla sua corte vestendo i colori della Diquigiovanni-Androni per il 2008.

Il 26 febbraio 2008 nasce il figlio di Raffaele e Angela, Ivan. La paternità e il carisma di Savio ricaricano la batterie di Illiano che riesce a conquistare la seconda tappa della Tirreno-Adriatico sul traguardo di Gubbio superando Enrico Gasparotto e a chiudere diciottesimo alla Milano-Sanremo vinta dall’elvetico Fabian Cancellara. Al Giro d’Italia fa da gregario a Gilberto Simoni.

Nel 2009 Raffaele resta senza squadro e a giugno, quando si sta allenando per trovare un ingaggio, viene ricoverato in Ospedale a Napoli dove gli viene riscontrato un papilloma alla vescica. L’intervento riesce perfettamente ma la necessità del successivo riposo fa sfumare le speranze di un contratto. Nel 2010 il napoletano firma con la formazione Continental polacco Aktio Group Mostostal Pulawy di Gabriele Missaglia e Zbigniew Spruch.

Nel 2011 Raffaele Illiano si ritira dal ciclismo professionismo per dedicarsi all’attività di personal trainer e di direttore sportivo in squadre giovanili.