Payson McElveen attraversa il deserto roccioso nello Utah

Payson McElveen attraversa il sentiero del White Rim

Payson McElveen attraversa il famoso sentiero del White Rim, il deserto roccioso nello Utah, lungo 100 miglia in meno di sei ore con la sua MTB

Payson McElveen
Payson McElveen

Payson McElveen ha percorso il famoso sentiero del White Rim in 5 ore e 45 minuti: 100 miglia di deserto roccioso nello stato dello Utah con poco più di 1800 metri di arrampicata sulla sua mountain bike battendo il tempo fissato da Andy Dorias nell’ottobre 2016 di 5:59.

Payson McElveen spera di portare la tendenza “Fastest Known Time” (FKT) alla mountain bike.

“Stiamo realizzando un Trofeo Fastest Known Time FKT ufficiale, quindi se batti il mio tempo usando lo stesso punto di partenza e di arrivo, te lo spedisco –   ha detto McElveen – I record sono fatti per essere infranti, quindi spero che il trofeo scambi le mani molte volte!”

Nel mondo del running e dell’alpinismo, l’FKT è diventato un modo per valutare le tratte più popolari, dando agli atleti d’élite un obiettivo e ai fans e agli appassionati una fonte d’ispirazione.

Kilian Jornet runner di montagna è uno degli atleti più importanti a utilizzare la FKT per condividere le proprie imprese sportive, nel 2017 ha fissato un FKT sul Monte Everest – 26 ore. Sei anni fa Rebecca Rusch, ha conquistato un FKT sul Kokopelli Trail da Fruita, Colorado a Moab, percorrendo la tratta in 13:32:46.

Nel mondo della MTB è anche più facile determinare le tratte e valutare i relativi record come del caso del White Rim anzi la mountain bike ha un ulteriore strumento funzionale a rendere più comune l’FKT: le unità di GPS e l’applicazione Strava che rendono facile la registrazione delle performance.

Ma come è stato per Payson McElveen  stabilire il suo nuovo record?

“Le prime quattro ore sono filate lisce, poi ho iniziato a crollare. L’ultima ora è stata indubbiamente l’ora più dura passata in sella ad una bicicletta della mia vita – ha detto l’atleta americano –  I 2200 piedi che escono dai canyon mi hanno distrutto fisicamente e mentalmente. Ho dovuto scavare più a fondo di quanto io abbia mai fatto per trovare le energie fisiche e psicologiche necessarie per arrivare all’obiettivo. Ho impiegato tutte le tecniche mentali che avevo a disposizione e il sostegno della mia squadra, del mio papà, degli sponsor, della troupe cinematografica e degli spettatori che mi erano stati mostrati mi ha aiutato a spingermi sino al traguardo “.