Luciano Sambi ciclista romagnolo

Luciano Sambi,

Luciano Sambi,

Luciano Sambi, la sua carriera

Luciano Sambi ciclista romagnolo ottimo tra i dilettanti ma sfortunato una volta passato professionista ritiratosi dopo solo 3 stagioni e gestore di un negozio

Luciano Sambi nasce a Sogliano al Rubicone,  in Romagna, 4 ottobre 1942. Il padre, ex minatore in Belgio, e la madre, casalinga, hanno sei figli e Luciano è il settimo. Sono anni di guerra, anni duri e Sambi a scuola ci va il minimo per poi lavorare prima in un caseificio e poi in una macelleria. I soldi sono pochi e la bicicletta è un lusso. Luciano inizia a pedalare nel 1958 e, grazie ad una colletta fatta coi fratelli, acquista una bicicletta Legnano. La tanto desiderata Legnano va però in pezzi in un incidente costringendo la famiglia ad un nuovo sforzo economico.

Corre per il Pedale Ravennate  conquistando la prima vittoria in una volata ristretta al Gran Premio Giulianini a Villafranca di Forlì.  Sono in totale cinque i successi da allievo che portano Sambi a passare tra i dilettanti nel 1961 sempre con i colori del pedale Ravennate per poi passare, l’anno seguente, alla Rinascita conquistando la classifica generale del Giro dell’Umbria.

Nel 1963 le vittorie per il romagnolo sono nove vestendo la maglia di leader della corsa al Giro del Lazio, vincendo la tappa di Pré-Saint-Didier al Giro della Valle d’Aosta.  facendo da riserva al Tour de l’Avenir e ai Mondiali e sfiorando il successo ai Campionati italiani della categoria quando è secondo dietro a Mario Zanin.

Nel ’64 Sambi conquista dodici successi tra cui il Trofeo Minardi, il Trofeo Mauro Pizzoli, la Coppa Grandi ed il Gran Premio Salvatori. Sambi prende parte con la nazionale al Tour de l’Avenir cogliendo tre piazzamenti di tappa e aiutando Felice Gimondi a conquistare il successo finale e ai Mondiali.

Nel 1965 Luciano Sambi, passista instancabile e buon cronoman, passa professionista con i colori della Legnano di Eberardo Pavesi conquistando il successo al Giro di Toscana davanti all’ “angelo del Gavia” Imerio Massignan e battendo due grandi come Vittorio Adorni e Franco Cribiori. Il romagnolo è anche secondo al Tour du Nord-Ouest alle spalle del belga Robert Lelangue, terzo al G.P. Castrocaro Terme alle spalle di Jacques Anquetil e Felice Gimondi, settimo al Giro del Piemonte, decimo al Giro dell’Emilia e, schierato al via del Giro d’Italia, è due volte sesto di tappa salendo all’undicesimo posto in generale ma il 4 giugno, nel tappone dolomitico con arrivo sullo Stelvio, tra la neve e un dolore al ginocchio è penalizzato chiudendo al 25esimo posto

Nel 1966 non ottiene successi ma è ottavo al Trofeo Laigueglia e al Giro di Campania è protagonista con una fuga poi in salita viene ripreso e superato da Anquetil e De Rosso, nella discesa si avvicina ai due ma senza completare il ricongiungimento chiudendo al terzo posto.

Nel 1967 mentre si sta  allenando in Riviera con la Salvarani in attesa di un contratto è vittima di un problema alla schiena, pare debba sottoporsi ad un intervento per ernia del disco che poi si rivela non necessario ma nel frattempo perde la stagione.  Nel ’68 abbandona il sogno del ciclismo professionistico ma non l’amore per la bicicletta aprendo un negozio a Ravenna.