Floyd Landis l’impresa al Col de Joux Plane Tour 2006

Floyd Landis l’impresa più grande del ciclismo moderno?

Floyd Landis l’impresa al Col de Joux Plane entra nella storia come una delle più epiche imprese del ciclismo moderno… qualche giorno dopo ecco le vicende di doping

Floyd Landis

Floyd Landis l’impresa al Col de Joux Plane la ricorderà per tutta la vita. Uno dei momenti più epici del ciclismo moderno e, sicuramente, della sua carriera verrà poi spazzato via dallo scandalo doping che coinvolgerà il ciclista americano.

Landis, delfino di Lance Armstrong alla US Postal poi passato all’epoca sorprendentemente (lo scandalo che coinvolgerà Lance negli anni successivi spiegherà molte cose) alla Phonak, parte alla conquista del Tour de France 2006 che, complice le mutilazioni alla starting list operate da Operación Puerto, lo vede come uno dei favoriti.

Floyd Landis: tra leadership e crisi

Il 13 luglio nella tappa pirenaica da Tarbes a Val d’Aran l’americano conquista la sua prima maglia gialla. Due giorni dopo il gruppo comandato dalla formazione di Floyd lascia andare via una fuga, apparentemente non vi sono uomini importanti per la generale. Landis decide di non far lavorare la squadra e la situazione sfugge di mano a tutti: al traguardo il gruppo dei leader farà segnare un distacco dal vincitore superiore ai 29 minuti. La maglia gialla passa sulle spalle dell’iberico Oscar Pereiro Sio (l’americano ora è secondo a un minuto e 29).

Il 18 luglio il Tour arriva all’Alpe d’Huez a vincere è il lussemburghese Andy Schleck mentre nel gruppo dei favoriti Floyd Landis ed Andreas Kloeden fanno il diavolo a quattro staccando la maglia gialla Oscar Pereiro che perde 2’49 cedendo la maglia allo statunitense.

Il giorno seguente il gruppo arriva a La Toussuire e a vincere è il danese della Rabobank Michael Rasmussen che con una pazzesca fuga solitaria di 176 km conquista la tappa. Landis soffre fin dalle battute iniziali, gli occhiali nascondono gli occhi segnati dalla sofferenza e, quando mancano 15 chilometri all’arrivo, la bicicletta dell’americano si inchioda, quasi incollata all’asfalto rovente. La Phonak lo ha lasciato solo, forse per via di un organico non pienamente all’altezza dell’obiettivo da raggiungere. La mattina Floyd sembrava poter essere il padrone della corsa la sera deve ammainare la bandiera statunitese dal gradino più alto del podio. A gioire è Pereiro Sio che torna in giallo riaprendo la discussione sulla “fuga bidone” di Montelimar che gli ha permesso di guadagnare circa 30 minuti. A quel punto della corsa lo spagnolo è il favorito per la vittoria finale, i suoi finali in crescendo sono noti e gli unici avversari paiono essere Sastre e Kloden visto che Landis sembra ormai privo di energie.

 

Floyd Landis l’impresa al Col de Joux Plane

Il 20 luglio Landis parte con sulle spalle il peso dell’imbarcata presa il giorno precedente. Gli addetti ai lavori l’hanno oramai bollato come KO,“”Fini, perdu” hanno gridato alla Tv francese il giorno prima. L’ex compagno di Armstrong ha però preso dal texano la irrefrenabile voglia di successo. Landis mette alla frusta la squadra fin dai primi chilometri, attacca da solo sul Col de Saisies si riporta sugli attaccanti di giornata e scappa senza più essere ripreso.

All’arrivo di Morzine Floyd non sorride, sembra arrabbiato, tormentato (come da sua natura), vorrebbe spaccare il mondo. Probabilmente la rabbia per l’umiliazione del giorno precedente è talmente grande che nemmeno aver fatto una delle più grandi imprese del ciclismo moderno riesce a placarla.

Floyd Landis conquista una tappa incredibile, con una fuga fantascientifica, roba da ciclismo in bianco e nero mettendo un margine interessante sui diretti rivali in classifica. Il giorno prima è stato Rasmussen a fare l’impresa ma forte dell’essere ormai fuori dai giochi di classifica, lo stesso Pereiro Sio aveva approfittato di una fuga bidone.

La tappa è terribile e spaventosa ma Landis non sa cosa sia la paura. Ci sono tante salite e tante opportunità, partire presto può sembrare follia invece la Phonak segue le istruzioni del capitano che attacca sulla prima ascesa (, il Col de Saisies) e spiana letteralmente il Col des Aravis, il Col de la Colombiere e il Joux-Plane.

Pereiro Sio ha paura di spremere troppo i suoi uomini in vista del Joux Plane, Landis sul Col de la Colombiere è in giallo virtuale e riesce a non perdere troppo nel tratto a lui più avverso (la pianura prima dell’ascesa finale). Al traguardo Pereiro paga 7 minuti e otto secondi di distacco mantenendo la maglia di leader ma con Landis ora a soli 30 secondi.

La vittoria finale si gioca nella cronometro da Le Creusot a Montceau-les-Mines di 57 km in cui a trionfare è lo specialista Serhij Hončar, Floyd scacca di 1’29” Pereiro e di 3’31” Sastre potendo sfoggiare, il giorno seguente la maglia gialla nella passerella degli Champs Élysées

Floyd Landis l’impresa e l’inferno

Il 26 luglio 2006 a pochi giorni di distanza dall’esultanza sui Campi Elisi a far esplodere la bomba è il quotidiano danese Ekstra Bladet che rende noto il fatto che l’antidoping francese ha “pescato” un corridore della fascia alta della generale positivo dopo la tappa di Morzine.

Il giorno successivo è la stessa Phonak ad annunciare il nome del corridore risultato positivo: è Floyd Landis. Le sostanze rinvenute nel campione di urine dell’americano sono il testosterone e l’epitestosterone.

Landis dichiara che le sostanze sono assunte per dei noti problemi alla tiroide che affliggono il ciclista.

Il 5 agosto l’UCI rende noto che la positività è confermata dal campione B delle urine dell’americano e, di conseguenza, procede con la revoca della vittoria del Tour assegnandola allo spagnolo Pereiro Sio,

Il 20 settembre 2007 l’Agenzia Antidoping degli Stati Uniti dichiara colpevole il corridore, infliggendogli una squalifica di due anni. Nel mese di giugno dello stesso anno esce il libro titolo “Positively False: The Real Story of How I Won the Tour de France” in cui Landis professa la sua totale innocenza.

Solo 3 anni dopo arriva l’ammissione da parte di Landis di aver usato sostanze vietate non solo durante il Tour de France 2006 ma soprattutto nel periodo in cui corse per la US Postal Service di Lance Armstrong e Johan Bruyneel .

Il proseguimento della storia è cosa nota con la guerra tra il corridore nato a Lancaster e il “miracolato” Armstrong.