Flavio Giupponi secondo al Giro d’Italia 1989

Flavio Giupponi

Flavio Giupponi

Flavio Giupponi: la sua storia

Flavio Giupponi ciclista bergamasco, ottimo scalatore in grado di arrivare  Giro d’Italia 1989, sfiorando per un soffio la conquista della maglia rosa

Flavio Giupponi nasce a Bergamo il 9 maggio 1964 e si avvicina al ciclismo pedalando con gli amici: loro hanno la mitica Saltafoss e vincono Flavio una bicicletta scassata e perde sino a quando il padre, muratore,  decide di comprargli una bicicletta da corsa. Prima di Natale vanno ai Cicli Maggioletti di Villa d’Alme e il titolare invita Flavio ad unirsi ad un gruppo sportivo che sta sorgendo in zona: nasce la passione per il ciclismo vero. Pronti-via e Flavio inizia a vincere

Giupponi da dilettante mette in luce interessanti caratteristiche di passista e scalatore. Nel 1984 conquista  il Giro della Valle d’Aosta davanti al danese Jørgen Vagn Pedersen e a Claudio Chiappucci e la Settimana Lombarda battendo Thurlow Rogers oltre alla Cronoscalata Gardone Val Trompia – Prati di Caregno. Nell’85 conquista la Classifica generale Giro delle Regioni davanti a Primož Čerin.

Nel settembre del 1985 arriva la chiamata di Pietro Algeri e Giupponi va a vestire la divisa della Del Tongo-Colnago. Dopo un primo anno di apprendistato viene schierato al via del Giro d’Italia 1987 come terza punta dietro ai “mostri sacri” Saronni e Baronchelli. Giupponi  chiude quinto  in generale (a 7’42” da Stephen Roche) è primo degli italiani in uno dei peggiori giri per la storia del ciclismo tricolore.

Nell’88 è nuovamente al via del Giro d’Italia accanto a Franco Chioccioli che veste la maglia rosa per due giorni prima di perderla il giorno della famigerata tappa del Passo Gavia. Flavio Giupponi quel giorno arriva davanti a “Coppino” e lo scavalca in generale e a Milano chiude quarto a 6’56” da Andrew Hampsten della 7eleven.

Al Giro d’Italia 1989 è al via coi colori della Malvor-Sidi e battaglia per la conquista della maglia rosa, vince la quattordicesima frazione da Misurina a Corvara in Badia e battaglia con Laurent Fignon che soffre il freddo della giornata per la maglia rosa. Flavio Giupponi va davvero forte, forte come non è più riuscito ad andare in carriera ed ha dalla sua parte la frazione Trento-Santa Caterina di Valfurva che viene però annullata per le condizioni meteo (cosa non accaduta per il Gavia l’anno prima).

Nell’ultima cronometro con arrivo a Firenze vince Lech Piasecki e Giupponi fa meglio anche dello specialista Fignon rifilandogli 16 secondi ma resta a 1’15” dal francese che festeggia la conquista della maglia rosa.

Nel 1990 Giupponi passa alla Carrera Jeans ma alla Milano-Sanremo cade e si frattura la clavicola in quattro punti. Flavio viene operato con l’obiettivo di un recupero flash per rientrare rapidamente, gli viene applicata una placca con otto viti in quanto la frattura è scomposta. L’intervento va ad inficiare la preparazione del Giro in cui, infatti, non emerge. La stagione viene “salvata” dalla vittoria al Giro dell’Appennino.

Nel 1991 è al via della Vuelta a Espana in preparazione del Giro d’Italia ma  è vittima di un altro infortunio, questa volta al muscolo tibiale. Mancano solo quindici giorno al via della corsa rosa, viene curato da Franco Combi, medico dell’Inter, e rimesso in sesto per la partenza ma la condizione è inevitabilmente non adeguata: Giupponi pedala in pratica con una sola gamba.

Flavio perde in sostanza i momenti clou per due anni di fila, una mazzata per chiunque, dal 1992 al 1993 veste i colori della Mercatone Uno per poi iniziare l’avventura con la Brescialat assieme a Bordonali e Leali con ruoli anche dirigenziali. L’avventura non è felice e Giupponi lascia, non senza strascichi il mondo del ciclismo, per entrare in altri settori.