Fabio Fazio e la sua tragica morte, la storia

Fabio Fazio giovane corridore siciliano vittima di un malore al 45º Gran Premio di Vinci nel 2009 prematuramente scomparso

Fabio Fazio nasce a Barcellona Pozzo di Gotto  in provincia di Messina il 29 agosto 1986. Fabio si avvicina al ciclismo seguendo le orme del fratello maggiore, Emanuele, con cui corre qualche corsa assieme nella categoria G1. Fabio è pieno di energia, corre per il piacere di andare in bicicletta, poco conta se in quelle gare con i più grandi non ha un numero sulle spalle.

Fazio si trasferisce a Vignola con la famiglia ed entra nella categoria  Dilettanti Elite Under 23 con la Neri Lucchini di Lamporecchio e un mese dopo aver compiuto 23 anni, il 28 luglio 2009 è al via del  45º Gran Premio di Vinci, in Toscana. In realtà non dovrebbe nemmeno correre ma due compagni di squadra danno forfait e così, all’ultimo, viene iscritto alla corsa con il dorsale 20.

Fabio Fazio parte per la corsa, 122 chilometri lungo le colline di Vinci. A Sant’Ansano, in via Pietramarina, si stacca dal gruppo e si ferma al ciglio della strada: non sta bene. Passa un gruppo di ciclisti, prova a parlarci, dice di non stare bene e si accascia al suolo. Viene prontamente avvertito il 118, i medici sopraggiunti procedono in ogni tipo di tentativo per rianimare il ragazzo. Luca Scinto che lo dirige in ammiraglia scoppia a piangere capendo la gravità della situazione. I rianimatori ci provano per 50 minuti ma il polso diviene via via sempre più flebile così parte la corsa verso il pronto soccorso di Empoli ma il cuore di Fabio non ce la fa: arriva in PS già morto.

La corsa viene chiaramente sospesa e la famiglia di Fabio arriva ad Empoli e viene informata dai dirigenti della società sportiva Neri Lucchini della tragedia.

L’esame autoptico esclude la presenza di qualsiasi sostanza farmacologica nei tessuti di Fabio allontanando le vergognose voci che qualcuno ha messo in giro. Fabio è pulitissimo quanto sfortunatissimo. Qualche anno prima aveva avuto qualche problema cardiaco tanto che per alcuni mesi gli era stata sospesa la licenzia di corsa.

Gli esami diranno che tra i due accadimenti non vi sono legami: l’autopsia parlerà di un improvviso e grave scompenso al ventricolo sinistro, che ha causato un edema polmonare e quindi il decesso