Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano di Dario Corsi, la recensione

“…Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano…”

Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano, di Dario Corsi è la ricostruzione  degli accadimenti dopo i fatti di Madonna di Campiglio

“Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano...” è il titolo del libro di Dario Corsi
“Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano…” è il titolo del libro di Dario Corsi

Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano…” è il titolo del libro di Dario Corsi che corrispondono alle parole dette da Marco Pantani quando, scortato dai carabinieri, uscì dall’hotel di Madonna di Campiglio per salire sull’auto che l’avrebbe riportato nella sua Cesenatico. Marco quel giorno prosegui con “sono ripartito dopo dei grossi incidenti ma moralmente credo che questa volta… abbiamo toccato il fondo”, mai parole furono più profetiche: Pantani iniziò una rapida discesa verso gli inferi.

Dario Corsi, laureato in scienze biologiche e ricercatore presso l’Università di Urbino, appassionato di ciclismo che ha, nel corso della sua vita, incrociato per motivi professionali Marco Pantani, ha deciso di scrivere questo libro, forte della sua esperienza nello studio dei globuli rossi del sangue, per dare una chiave di lettura dei fatti che hanno portato alle note drammatiche vicende.

Il libro, edito da Europa Edizioni per la collana “Fare Mondi” si basa su una attenta e scrupolosa raccolta di dati e segue sistematicamente l’evolversi degli eventi dal lontano 5 giugno 1999 ai venti anni successivi.

Dario Corsi compie, nelle pagine del libro, e nella laboriosa ricerca di dati un’autentica corsa a tappe al termine della quale non è vi una miss e una maglia da ritirare ma la verità sperata.

Credo che c’è qualcosa, sicuramente, di strano” disse Pantani a Madonna di Campiglio e Dario Corsi grazie a spiegazioni scientifiche, frutto della sua competenza in materia, ma piacevolmente leggibili anche ad un amante del ciclismo riesce a far comprendere come di stranezze e di misteri ce ne siano in abbondanza nella triste vicenda del Pirata di Cesenatico.

Dalla partenza del 5 giugno 1999 al triste epilogo del 14 febbraio 2004, Marco ha corso la gara più dura e terribile della sua vita, nel libro l’autore arriva al traguardo potendo “affermare, senza timore di esser smentito, che quel 5 giugno 1999 gli esami effettuati furono errati”.

“Aspetto con tanta verità. Sono stato umiliato per nulla e per quattro anni sono in tutti i tribunali” ha dichiarato Marco e ora Corsi prova in modo scientifico e inconfutabile a fare da cassa di risonanza per segnalare che il protocollo antidoping seguito e i relativi risultati, non furono veritieri.