Brailsford tra presente e futuro del Team Sky

Brailsford lavora per la nuova sponsorizzazione e non solo

Brailsford del Team Sky si sta dividendo tra la ricerca di nuovi partner commerciali e la gestione dei talenti colombiani Bernal e Sosa

Brailsford (fonte pagina facebook)
Brailsford (fonte pagina facebook)

Brailsford dopo l’annuncio dello scorso dicembre dell’addio del marchio Sky dalle maglie del team britannico sta lavorando alacremente per trovare un nuovo partner commerciale ma per ora le bocche restano cucite.

Brailsford e il team sono stati avvicinati a diverse soluzioni, tra cui la partnership con il boss della Israel Cycling Academy, il miliardario Sylvan Adams, ma nessuna conferma o smentita ufficiale è arrivata.

“Quando sei una squadra come Sky è normale dover convivere con tante voci e notizie – ha raccontato il manager a Cyclingnews – ma in queste trattative è importane mantenere alta la riservatezza nel rispetto delle parti coinvolte. Questa attività è interessante ed è entusiasmante vedere l’interesse che ruota attorno alla squadra ma non ho alcuna intenzione di commentare le voci che circolano”.

La nuova regola dell’UCI impone ai team di fare richiesta per la licenza WorldTour 2020 entro il 1 aprile 2019, questo potrebbe risultare penalizzate per la formazione di Brailsford e, sollecitato a riguardo, il direttore del Team Sky non ha voluto commentare.

Brailsford in Colombia

Brailsford è attualmente impegnato al Tour di Colombia non solo per seguire la corsa sudamericana ma anche per studiare il mercato e i talenti emergenti. Il Team Sky ha avuto un buon rapporto con i colombiani avendo schierano due fenomeni come Rigoberto Uran nel 2011 e Sergio Henao nel 2012. Ora la pattuglia si è ampliata con l’aggiunta di Bernal nel 2018 e di Ivan Sosa a partire da quest’anno.

“Uran e Henao hanno avuto molto successo con noi e hanno dato un grande contributo al Team Sky. E’ un errore creare una cultura troppo europea o britannica in cui inserire atleti latinoamericani pretendendo che questi si adeguino in tutto e per tutto a questo spirito. Il nostro modo di vedere le cose – ha spiegato – è quello di immergerci nella loro cultura per supportarli in modo che possano ottenere il massimo. E’ importante cercare di capire le differenze culturali e non eliminarle, lo trovo estremamente eccitante, personalmente”.

 

Brailsford tra Bernal e Sosa

Due tra i più promettenti colombiani vestono i colori del Team Sky: il ventiduenne Egan Bernal e il 21enne Ivan Sosa, il cui contratto con la squadra britannica è iniziato non senza problemi. Originariamente Sosa doveva approdare al Trek-Segafredo ma l’affare è saltato e il Team Sky è intervenuto.

“C’è stato un malinteso durante la fase di firma – ha detto Brailsford – e penso che sia stato spiacevole per tutti, non volevamo scavalcare nessuno, purtroppo le cose non sono andate al meglio. Ad ogni modo siamo felicissimi perché Ivan è un grande talento ed è molto intelligente e maturo. Con il giusto tempo di maturazione potrà far vedere egregie, certo quando si entra in una squadra strutturata come il Team Sky l’impatto non è dei più facili e quindi penso che sia per lui che per Egan bisogna avere la pazienza di aspettare il loro adattamento. In questa fase della loro carriera non devono guardare alle vittorie ma alla loro crescita professionale non badando troppo alle pressioni di stampa e tifosi”.

Bernal già nella scorsa stagione ha giocato un ruolo importante nelle gerarchie del Team Sky e ha contribuito in modo netto nell’aiutare Geraint Thomas a conquistare il Tour de France lo scorso anno e quest’anno vestirà i gradi di capitano al Giro d’Italia:

“Quando abbiamo selezionato la squadra per la corsa rosa – ha detto Brailsford – abbiamo pensato che la cosa importante è che Egan comprenda come si corre un grande giro, dobbiamo tenere tutti i piedi a terra. L’esempio di Geraint Thomas è importante: ha vinto il Tour de France a 32 anni non ha 22, insomma Egan ha dieci anni di scuola prima di avere l’età di Geraint e quindi la fretta va messa da parte”.