Alberto Minetti sfortunato ciclista piemontese

Alberto Minetti

Alberto Minetti

Alberto Minetti la storia

Alberto Minetti ciclista dall’enorme talento vittima di un incidente che gli ha stroncato la carriera

Alberto Minetti nasce a Ceva, in provincia di Cuneo, il 18 maggio 1957, il padre è sopravvissuto a un campo di concentramento nazista austriaco. A dieci anni si trasferisce a Cuneo con la famiglia. Si avvicina presto al ciclismo, prende parte ai Giochi della Gioventù per poi indossare la maglia della formazione giovanile Primavera di Chiusa Pesio. Passa come juniores alla  Tortonese Serse Coppi e viene selezionato per la nazionale di categoria assieme al mitico Roberto Visentini.

Alberto passa dilettante con i colori della Fiat Trattori diretta da Italo Zilioni, sezione ciclistica del progetto polisportivo della Sisport Fiat guidata da tale Giampiero Boniperti.

Nel 1979 Minetti vince la Milano-Tortona davanti a Giovanni Fedrigo e la  classifica generale della Settimana Bergamasca precedendo Tommy Prim e confrontandosi con campioni del calibro del russo Sergei Sukhoruchencov che nell’80 dominerà le Olimpiadi di Mosca.

Alberto Minett vince l’impegnativa cronometro da Cesena a Bertinoro e la classifica generale del Giro delle Regioni 1980 davanti a Marco Cattaneo. E’ un tipo serio Alberto, si diploma perito elettronico e si divide tra ciclismo al pomeriggio e lavoro alla Fiant la mattina. Ai Giochi Olimpici 1980 viene convocato sia per la gara in linea che per la cronometro e le squadre professionistiche non vedono l’ora di metterlo sotto contratto.

Il cuneese firma per il 1981 con la FAMcucine-Campagnolo di Francesco Moser ed è a fianco del trentino al Giro d’Italia di quell’anno. Minetti si mette in luce conquistando la classifica dei giovani dimostrando tutte le sue doti che gli possono aprire una interessante carriera professionistica.

Alberto Minetti: l’incidente

La sfortuna, però, è nascosta dietro l’angolo e si palesa  il 10 agosto 1981. Alberto Minetti si sta allenando lungo strade conosciute quando ad Osasco, fra Pinerolo e Cavour, viene investito da un’autovettura, una Fiat 124, guidata da un pensionato.

L’impatto è violentissimo, Alberto oltrepassa il parabrezza dell’auto e volando fuori dal lunotto. I passanti pensano sia morto ma i soccorritori trovano ancora “il polso”. Alberto viene trasportato prima a Pinerolo e poi all’Ospedale Le Molinetti di Torino nel reparto traumatologico .

Alberto trascorre due giorni in coma, quattro settimane in terapia intensiva fortunatamente non ha danni cerebrali ma il braccio sinistro è inutilizzabile. 

Uscito dall’ospedale, Alberto, dimostra tutta la sua voglia di tornare a correre nonostante le diagnosi abbiano detto stop alla sua carriera ciclistica per via del braccio sinistro privo totalmente di sensibilità. Soffre le pene dell’inferno, le affronta con il supporto della famiglia e della fidanzata Tiziana, che diverrà sua moglie.

Italo Zilioli, un “secondo padre” per Alberto lo aiuta lo motiva e lo segue nei pellegrinaggi tra ospedali all’estero e durante il percorso medico che prevede quattro interventi chirurgici presso un luminare di Vienna.

Alberto non si autocompatisce, si avvicina al ciclismo nuovamente, come fotografo ma continua a pedalare grazie ad una speciale bicicletta dotata di un particolare manubrio da lui stesso progettato

Dopo un anno di disoccupazione e desolazione Minelli torna a lavorare alla Fiat, poi in un consorzio agrario ed infine in banca. Dal 2000 al 2004 è eletto come presidente provinciale di Cuneo della Federazione Ciclistica Italiana.